Lo scorso anno si è concluso con la conferma di un trend positivo nella domanda dei mutui immobiliari; i segnali di crescita erano stati chiari fin dai primi mesi: già solo nel mese di marzo l’incremento era stato del 17,3 %, con un miglioramento del dato aggregato del primo trimestre 2016 pari al 31 %.
Secondo alcuni professionisti del settore, la ripresa del comparto mutui sarebbe la diretta conseguenza di una serie di condizioni favorevoli del mercato, in primis bassi tassi di interesse, prezzi di acquisto degli immobili altamente appetibili, iniziative favorevoli da parte della BCE: l’incremento del programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della BCE e il relativo taglio degli interessi hanno portato i tassi sui nuovi mutui a livelli minimi (a febbraio il tasso medio era intorno al 2%).
Mutui in crescita
Uno scenario di normalizzazione in toto del mercato immobiliare (anche sotto il punto di vista di un rialzo del valore delle case) potrebbe al momento non essere così azzardato. Anzi.
In linea di massima il mercato immobiliare, dopo il crollo degli ultimi anni, evidenzia un innegabile recupero; un recupero incoraggiante, se consideriamo la distribuzione della domanda in relazione all’età dei richiedenti, con una quota pari al 36,4 % negli under 44 e quella in relazione alla durata, con quasi il 79 % delle richieste per un vincolo superiore ai 15 anni.
Mutui: lo scenario di fine anno
Il mese di Novembre ha confermato il tasso di crescita di mutui e surroghe: l’aumento è stato del 13 % rispetto all’anno precedente, considerando che tra Gennaio e Novembre è cresciuta la percentuale dei richiedenti prestiti sotto i 75 000 euro (27,4 %) e tra i 100 000 e i 150 000 euro (29,5 %).
Unico dato in controtendenza quello relativo agli importi più elevati (oltre i 300 000 euro).
Maggiore prudenza nella richiesta di mutui
Le cifre registrate nel 2016 mostrano chiaramente una generale prudenza da parte delle famiglie italiane: la tendenza è quella di accettare vincoli anche più lunghi della media registrata negli anni passati (15/20 anni), in cambio di rate meno pesanti sul bilancio familiare.
La prudenza delle famiglie è evidente anche nella predilezione di mutui a tasso fisso: una rata costante per tutta la durata del mutuo è un elemento imprescindibile per due mutuatari su tre; anche i dati sottolineano una generale affidabilità dei richiedenti mutui, con una diminuzione del tasso di default al livello dell’1, 4 %.
Altro dato di sicuro interesse, è il livello di informazione dei richiedenti mutui, innegabilmente più alto ed articolato: grazie al web e ai social media, chi oggi desidera diventare proprietario di casa ha davvero a disposizione tutti gli strumenti per analizzare le offerte più vantaggiose e le opportunità più idonee.
Rispetto al passato le famiglie italiane cercano di approfondire la loro ricerca ben prima di rivolgersi ad una banca; l’incontro e la consulenza presso l’istituto bancario sono solo l’ultimo passo di un percorso che di solito inizia seduti al computer per una scrematura iniziale delle principali alternative.
Tutto positivo?
Nonostante le aspettative benauguranti che il trend attuale di positività del settore immobiliare non può che incentivare, è corretto ricordare che le considerazioni sul lungo periodo elaborate dagli esperti non sono altrettanto ottimistiche: mettendo in conto anche il pessimo biennio 2009 / 2010, il saldo complessivo rimane ancora negativo.
Se ormai può dirsi consolidato il recupero di valori legati alla richiesta di importi medi, è altrettanto ovvio che la ripresa degli importi pre-biennio 2009 / 2010 (quando mediamente si stipulavano mutui da 136 000 euro) è da escludersi nel breve periodo.
Ad onor del vero però gli importi registrati oggi sono in parte modificati dalla presenza delle surroghe (ossia quella tipologia di contratto che prevede il trasferimento di un mutuo ipotecario dal proprio istituto bancario ad un altro), molto più incisive nel computo della media complessiva rispetto al biennio 2009 / 2010.