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WeBank è la prima banca privata online cinese

Anche la Cina, seppur con anni di ritardo, ha la sua prima banca privata completamente online: la joint venture guidata da Tencent Holdings, il colosso cinese dei giochi via web e dei social network, ha lanciato WeBank, il nome della prima banca privata online che richiama quello di WeChat, l’app per il social networking e l’invio di messaggi istantanei. La società è stata la prima pioniera ad avviare questo tipo di attività in Cina, dopo che le autorità di regolamentazione e l’interventismo pubblico hanno concesso le necessarie licenze a sei gruppi, tra cui Alibaba. SI tratta di un primo timido passo verso la parziale liberalizzazione e la concorrenza nel settore bancario della Repubblica Popolare cinese: fino a questo momento il comparto bancario era dominato dall’interventismo pubblico che ha sempre ostacolato, fino ad oggi, il libero dispiegarsi delle forze competitive che sono alla base di una moderna economia di stampo capitalista.

Cina: svolta epocale nel sistema bancario, addio all’economia pianificata

A seguito dell’ingresso nella WTO (sancito l’11 dicembre 2001) la Cina si è impegnata ad aprire gradualmente il mercato finanziario alle banche e agli investitori stranieri. Tutte le banche cinesi sono regolate dalla People’s Bank of China (PBOC) e dalla China Banking Regolatory Association (CBRC) che fanno capo al Consiglio di Stato, organo che detiene il potere esecutivo.

La PBOC è la banca centrale, responsabile della politica e della stabilità del sistema creditizio e finanziario, dei depositi e dei crediti mentre alla CBRC spetta la competenza di monitorare il sistema nel suo complesso e di supervisionare le operazioni che avvengono nel sistema bancario. Il comparto creditizio, fino ad oggi, è sempre rimasto strutturato su due livelli: oltre alla People’s Bank of China, vi sono le banche di credito ordinario che sono disarticolate in un quadro così sintetizzabile:

Cina: la riforma bancaria piace al premier Li Keqiang

Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad una progressiva integrazione tra le banche cinesi e quelle straniere venendo a determinare investimenti stranieri diretti nelle banche locali. Questo processo ha investito anche le quattro banche commerciali di Stato che hanno avviato, da alcuni anni, un processo di privatizzazione. Per effetto di questa integrazione economica e commerciale e dell’avvio della privatizzazione, le banche straniere operanti in Cina possono piazzare sul mercato i loro prodotti e servizi, beneficiando della capillare rete di sportelli delle banche locali.

Il sistema bancario cinese è ora chiamato a fare un salto di qualità per soddisfare non solo i clienti che si attendono i classici servizi di accesso al mercato del credito e di gestione del risparmio, ma anche quelli interessati a prodotti strutturati (trust, asset management…) tipici di un mercato maturo e competitivo. Come riporta il Financial Times, la mossa piace al premier Li Keqiang, che spera che nuovi creditori privati possano ampliare l’accesso a finanziamenti di piccole dimensioni. “Abbasseremo i costi e porteremo benefici pratici ai piccoli clienti, spingendo al contempo gli istituti finanziari tradizionali ad accelerare le riforme; è un piccolo passo per WeBank e un passo gigante per la riforma finanziaria“, ha annunciato il premier Li Keqiang. La nascita di WeBank rappresenta “un significativo passo verso le riforme finanziarie della Cina“, per il Presidente Gu Min “WeBank “si concentrerà su servizi finanziari, inclusi depositi e prestiti a individui e a piccole e micro-imprese, piuttosto che rincorrere grandi gruppi e persone con grandi asset“.