Sempre più spesso in tempi come quello in cui stiamo vivendo di crisi economica ed occupazionale, è diventata una prassi sempre più diffusa quella di avere sempre il calcolatore perennemente in mano per cercare di trovare una quadratura a tutto: spese di casa, stipendi, costi per spese quotidiane, affitti o rate del mutuo, assicurazioni, etc. Sempre più difficile è per le famiglie italiane, soprattutto per quelle fasce del ceto medio (classe impiegatizia), arrivare con il proprio stipendio a fine mese, per non parlare poi della loro propensione al risparmio che è quasi nulla. Ecco un’utile guida che vi consente di computare tutte le spese ed imposte dai redditi familiari/aziendali senza ricorrere all’ausilio di alcun professionista come un commercialista o fiscalista.
Conto economico: dal reddito lordo a quello netto
Per giungere al computo del reddito netto che può essere di segno positivo o negativo (utile nel primo caso e perdita nel secondo caso) si deve partire dalla voce di bilancio, presente nel prospetto di conto economico, del reddito lordo; in effetti, per chi ogni mese percepisce uno stipendio da dipendente non sa esattamente neppure che imposte siano state applicate in quanto percepisce il netto in busta paga, mentre il lavoratore autonomo incassa un compenso lordo, a cui deve decurtare l’Irpef ed altre imposte che deve versare con il modello F24.
Cerchiamo di costruire un conto economico scalare che ci consenta di partire da una grandezza economica, rappresentata dal reddito lordo per giungere attraverso le varie detrazioni e deduzioni al reddito netto, ovvero di quella grandezza flusso che ci consente di comprendere quante risorse economiche si hanno a disposizione per vivere.
Sommate tutte le vostre entrate che costituiscono le fonti di reddito dell’anno fiscale: stipendi, emolumenti, compensi professionali o occasionali, fringe benefits, redditi da terreni e fabbricati, affitti attivi, ect. Tutte queste voci di entrata costituiscono il reddito lordo, perchè lordo? Perchè allo stesso non sono state ancora decurtate le imposte ed ogni altro onere che deve essere versato; da questa grandezza flusso si deve procedere al computo delle variabili stock che consentono di giungere al reddito netto. Procediamo alla deducibilità di tutti gli oneri economici, sottraendo i contributi obbligatori, le pensioni integrative, le donazioni, gli assegni ed alimenti all’ex coniuge, la deduzione per l’abitazione principale. Ecco giunti alla base imponibile o reddito imponibile che non è altro che il reddito su cui devono essere applicate le imposte, le cui aliquote fiscali devono essere computate tenendo in considerazione gli scaglioni di reddito (le fasce di reddito previste ai fini della dichiarazione ISEE). Gli scaglioni IRPEF per il 2016/2017 che determinano le aliquote da applicare al reddito imponibile sono cinque:
- 1° scaglione, riguarda tutti i contribuenti che hanno un reddito compreso tra 0 e 15 mila euro. Per questi cittadini l’aliquota Irpef è prevista in misura pari al 23% e corrisponde, in caso di reddito pari 15 mila euro, ad una tassazione di 3450 euro;
- 2° scaglione, comprende tutti cittadini con reddito tra 15.001 e 28 mila euro. In questo caso l’aliquota Irpef prevista per i contribuenti è del 27%;
- 3° scaglione, riguarda i redditi compresi tra 28.001 e 55 mila euro. L’aliquota Irpef è pari al 38%;
- 4° scaglione, che coinvolge tutti i cittadini con reddito da 55.001 a 75 mila euro. In questo caso l’aliquota Irpef da corrispondere sulla parte eccedente la quota di 55 mila euro è pari al 41%.;
- 5° scaglione, interessa i soggetti con reddito oltre i 75 mila euro, per i quali l’aliquota Irpef applicata è del 43%.
Computate alla base (reddito) imponibile le aliquote Irpef in base al proprio scaglione di reddito, si giunge all’Irpef lorda, ovvero l’imposta al lordo, da cui si devono sottrarre tutte le detrazioni a cui si ha diritto (per lavoro dipendente, per familiari a carico, come gli assegni al coniuge a carico, le spese mediche, le spese per l’istruzione (rette scolastiche e dell’Università), ristrutturazioni edilizie, risparmio energetico. Siamo giunti al computo dell’Irpef netta, ovvero dell’imposta che deve essere onorata e versata dall’amministrazione tributaria; riprendiamo per il computo del reddito netto, ovvero di quella voce che ci eravamo prefissi di calcolare partendo dal lordo, la voce della base o reddito imponibile a cui si deve sottrarre l’Irpef netta per giungere al reddito netto che solitamente è positivo.