Istat: economia italiana in miglioramento, aumenta il potere d’acquisto delle famiglie

L’ISTAT ha stimato che la Penisola italiana vedrà nei prossimi mesi un rafforzamento dell’economia manifatturiera a cui si associano il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimenti. L’indicatore dell’Istat anticipa l’andamento dell’Italia e segnala “prospettive di miglioramento dell’attività economica nei prossimi mesi“. Intanto, si rafforza la fiducia delle imprese italiane che, nel mese di gennaio ha fatto registrare un miglioramento della fiducia nel settore manifatturiero (l’indice è passato da 103,7 a 104,8), nelle costruzioni (da 120,4 a 123,9) e nei servizi (da 102,5 a 105,4); in controtendenza il commercio al dettaglio dove l’indice scende da 107,5 a 103,3. Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia, nel comparto manifatturiero migliorano sia i giudizi sugli ordini (il saldo passa da -12 a -10) sia le attese sulla produzione (da 12 a 13); il saldo dei giudizi sulle scorte diminuisce. Nel settore delle costruzioni, i giudizi sugli ordini peggiorano (da -28 a -31 il relativo saldo) mentre le aspettative sull’occupazione sono improntate ad un deciso miglioramento (da -13 a -6 il saldo). Nei servizi, i giudizi e le attese sul livello degli ordini sono in deciso miglioramento (il saldo passa, rispettivamente, da 0 a 10 e da 0 a 2) mentre le attese sull’andamento dell’economia mostrano segnali di deterioramento (da 6 a 3 il saldo). Nel commercio al dettaglio peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti sia le attese sulle vendite future (il saldo passa, rispettivamente, da 13 a 8 e da 25 a 24); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino aumenta da 8 a 15.

ISTAT: segnali di ripresa per l’economia italiana

Segnali positivi per la ripresa. “La crescita dell’economia statunitense mostra segnali di rallentamento mentre nell’Eurozona il progresso dell’attività economica prosegue su ritmi moderati. In Italia si rafforza la ripresa del settore manifatturiero a cui si associano il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimenti. L’indicatore anticipatore segnala il proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’attività economica“, sottolinea l’Istat nella sua nota mensile sull’andamento dell’economia italiana. Nel mese di gennaio, rileva l’ISTAT, “l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato una diminuzione legata al peggioramento del clima economico e il clima futuro, solo in parte attenuato dal miglioramento del clima personale e corrente. La fiducia delle imprese è migliorata in tutti i principali comparti a eccezione del commercio al dettaglio. L’indicatore anticipatore segnala prospettive di miglioramento dell’attività economica per i prossimi mesi“.

Le associazioni dei consumatori dichiarano che “Il problema è che i miglioramenti da zero virgola non sono sufficienti“, osserva Massimiliano Dona, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, fino a che i consumi delle famiglie italiane salgono solo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, le retribuzioni crescono in un intero anno di un misero 0,6% e l’occupazione si limita a restare stabile, o addirittura cala per gli occupati dipendenti a tempo indeterminato, è chiaro che l’attività economica resta al palo e non decolla in modo adeguato per affrontare i problemi del Paese”. L’economia italiana, insomma, si muove, pur lentamente ma si muove.  Lasciata alle spalle una crisi cronica e profonda, finalmente a far riprendere fiato a un’economia saturata e concorrenziale, arrivano prospettive di miglioramento nel comparto dell’industria manifatturiera ed il meglio deve ancora avvenire, secondo l’istituto nazionale di statistica.

Inoltre, dopo anni di stagnazione torna a crescere anche l’inflazione con un aumento tendenziale dello 0,9%, facendo, dunque, registrare l’incremento tendenziale maggiore da circa tre anni e mezzo, da settembre 2013. Nel terzo trimestre 2016, i consumi delle famiglie italiane sono incrementati dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, favoriti dall’incremento del reddito disponibile e del potere di acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente: c’è comunque da notare che anche per le famiglie italiane l’aumento del reddito disponibile si traduce di più in risparmi che in consumi: la propensione al risparmio aumenta più dei consumi. Comunque, l’aumento dei consumi interni c’è ed è importante; anche se timida la ripresa c’è e bisogna proseguire su questa strada per uscire definitivamente dalla profonda crisi congiunturale.