La fede di credito è un termine bancario nato a Napoli attorno al 1500. A quel tempo Napoli era considerata come una delle città più rinomate a livello Europeo (seconda solo a Parigi) e le strade del capoluogo partenopeo erano piene di mercanti e cittadini di varie estrazioni sociali. La circostanza che a Napoli fossero presenti innumerevoli stranieri che, attirati da un porto e da infrastrutture innovative per l’epoca, svolgessero commerci di ogni sorta portò a trasformare i vari monti di pietà in veri e propri banchi pubblici. Tali tipi di istituti di credito ante litteram, non si limitarono solo al rilascio di bancali a seguito di concessione di depositi di denaro ma istituirono un particolare credito denominato fede di credito.
I banchi pubblici sostituiscono i privati
Attorno alla metà del Cinquecento numerosi banchieri privati, soprattutto i famosi banchieri genovesi, andarono incontro ad una grave crisi che ne limitò fortemente l’attività. Pertanto la clientela, scottata da tale tipo di investimento, si rivolse a banchieri che avevano una solidità maggiore, ossia ai banchi pubblici.
La fede di credito è un deposito che viene effettuato presso un banco e attraverso la cosiddetta girata viene trasferito ad un’altra persona. La girata inoltre poteva contenere delle clausole particolari che permettevano di sospendere il pagamento nel caso in cui il beneficiario non rispettasse alcune condizioni predeterminate. In sostanza qualora il cliente andava presso un banco con l’intenzione di depositare una determinata somma di denaro per l’emissione della fede di credito, il cassiere inseriva in tre libri contabili quanto depositato portando uno di questi il libri al cosiddetto fedista che provvedeva alla compilazione della fede di credito e successivamente alla bollatura (i tre libri su cui veniva annotato il deposito in denaro erano prima nota, introiti generali ed introiti particolari).
La procedura usata per il rilascio delle fedi di credito
Tale tipo di procedura, che a prima vista poteva sembrare complesso, permetteva di avere continuamente un riscontro contabile e pertanto i conti erano aggiornati in maniera quasi simultanea. La fede di credito poteva essere assimilata ad un attuale assegno circolare, e tali titoli hanno avuto il beneficio di fornire una valida alternativa alla cartamoneta in quanto il titolo era trasferibile in maniera quasi illimitata ed era un titolo accettato da qualsiasi banco pubblico.
All’atto dell’introduzione della fede di credito, lo stesso non ebbe notevole diffusione, infatti il suo uso fu limitato inizialmente a pagamenti condizionati e ai depositi giudiziari. Successivamente, attorno alla seconda metà del 1500, grazie anche alla crisi dei banchieri privati ed alle modifiche apportate la fede di credito venne sempre più utilizzata. Una delle modifiche che favorirono tale tipo di titolo fu che l’importo riportato, che sino ad allora era costante, divenne variabile in quanto fu data la possibilità al depositante di inserire all’interno del titolo altre operazioni di versamento o prelievo.
Una delle maggiori comodità delle fede di credito derivava dal fatto che la fede di credito fosse utilizzata da privati, amministratori ed enti statali. I titoli potevano essere presentati all’incasso presso sportelli di banche diverse da quelle emittenti. Di conseguenza i vari istituti erano molto attenti sia nell’effettuazione di pagamenti sia nel verificare il rigoroso compimento delle condizioni indicate nei bancali.