Prestiti senza busta paga: il TAN e il TAEG più conveniente

Per chi non ha una busta paga e vuole vedersi erogato un prestito, si deve fare attenzione alla scelta oculata di Tan e Taeg, al fine di valutare gli oneri economici e se, effettivamente, il prodotto creditizio è adatto alle vostre esigenze economico-finanziarie. Taen e Taeg rappresentano i costi del finanziamento, di poter individuare la somma dovuta e l’importo rateale per evitare l’eccessivo indebitamento e l’onerosità del debito sul bilancio familiare. Il soggetto lavoratore senza busta paga non è detto che non sia in possesso di capacità di produrre reddito ma, molto spesso lo produce con forma di rapporto lavorativo che non sono inquadrabili nel contratto a tempo indeterminato. Chi richiede un prestito senza essere in possesso di busta paga può essere un libero professionista, titolare di Partita Iva oppure assunto con contratto Part Time o di collaborazione o altra forma contrattuale atipica. Nel caso in cui la busta paga non possa fungere da garanzia, in fase di valutazione del merito creditizio, si terrà in considerazione e si richiederanno ulteriori forme di garanzie come la sottoscrizione di una polizza assicurativa, una polizza fidejussoria, la firma di un terzo soggetto garante dell’obbligazione assunta.

Prestito senza busta paga: saggio di interesse, Tan e Taeg

Prima di sottoscrivere un contratto di prestito, occorre sempre valutare se quello che siamo intenzionati a contrarre sia effettivamente conveniente e faccia al caso nostro: occorre valutare il piano di ammortamento, l’importo della rata mensile, la durata del prestito e la fattibilità del progetto o dell’acquisto che si intende finanziare. Occorre valutare se optare per il saggio di interesse fisso o variabile:

  • tasso di interesse fisso per coloro che prediligono la certezza di pagare una rata di ammontare stabile e costante per tutta la durata del prestito, senza subire le incertezze e la variabilità del mercato finanziario,
  • tasso di interesse variabile per coloro che desiderano una rata di importo inferiore ma che può subire oscillazioni per effetto della politica finanziaria dei mercati, con conseguente aumento o riduzione seguendo l’andamento del costo del denaro.

A prescindere dalla tipologia di saggio di interesse (fisso e/o variabile) in ogni caso, esso viene a rappresentare la remunerazione spettante al prestatore di fondi (banca, società finanziaria, mediatore creditizio). Viene espresso solitamente come una percentuale per un dato periodo temporale ed indica quanta parte della somma prestata debba essere corrisposta a titolo di quota di interesse al termine del tempo venendo ad indicare il costo del denaro. Il soggetto beneficiario del prestito, ricevendo un capitale finanziario, si impegna a pagare una somma superiore a quella ricevuta e la differenza costituisce l’interesse. Il saggio d’interesse è variabile in funzione della moneta di riferimento, del rischio connesso alla solvibilità e del merito creditizio del cliente e della durata del periodo di riferimento.

Oltre il tasso di interesse, è interessante e rilevante definire il Tan e Taeg; il Taeg viene a rappresentare il Tasso Annuo Effettivo Globale, ovvero il costo effettivo del prestito rappresenta il costo totale del credito espresso in percentuale, su base annua, dell’importo totale del credito, comprendendo tutte le spese da sostenere per ottenere quel determinato prestito o capitale erogato. Nel Taeg non rientrano le spese penali applicate per l’eventuale estinzione anticipata del prestito. Per quanto concerne il Tan ovvero il Tasso Annuo Nominale, esso indica la percentuale dell’ammontare di capitale concesso in prestito, la misura degli interessi dovuti su un finanziamento, senza considerare le spese o imposte del prestito, come le spese di istruttoria o di apertura pratica. Ovvio che la scelta su quale prestito sia più conveniente deve ricadere sul Taeg inferiore tra le varie proposte creditizie reperibili sul mercato finanziario.