I prestiti obbligazionari sono una particolare forma di finanziamento interamente dedicata alle imprese societarie, che rilasciano obbligazioni in favore dell’investitore, che in questo caso veste i panni del finanziatore.
Cosa sono i prestiti obbligazionari?
I prestiti obbligazionari vengono considerata come una forma di finanziamento a lungo termine e, nei fatti, è un vero e proprio debito che viene contratto dalla società verso un terzo soggetto, ossia gli azionisti della stessa. La caratteristica peculiare di questo finanziamento è che può essere sottoscritto da chiunque: qualsiasi soggetto può diventare un’azionista.
Le quote versate da ogni azionista per i titoli societari, rappresentano il valore del debito che la società sta contraendo e questi capitali che vengono versati nella società sono sempre presenti tra le voci del bilancio approvato.
Nel caso di prestito obbligazionario, l’investitore può ottenere in qualsiasi momento la smobilitazione di una parte di capitale investito e questa è la differenza più importante con il tradizionale mutuo.
Questa forma di finanziamento è molto comune tra le società, che in questo modo possono ottenere ingenti somme per il finanziamento delle attività. Ovviamente, questo tipo di finanziamento è regolato da una stretta normativa che ne pone limiti e condizioni di utilizzo, per regolamentarne la diffusione ed evitarne gli abusi.
Come funziona?
La prima regola dei prestiti obbligazionari ne regolamenta l’emissione. Infatti, le società possono emettere titoli per un valore superiore al doppio bilancio approvato e non deve risultare nemmeno superiore a quello delle riserve presenti nello stesso bilancio. Si tratta di una restrizione fondamentale a garanzia degli investitori, che in questo modo possono avere la certezza di ricevere interamente indietro la loro quota di finanziamento in qualsiasi momento, sulla base di un frazionamento indicato in sede di emissione.
Tuttavia, in base alla legge ci sono delle circostanze specifiche che permettono alle società di emettere una quota di obbligazioni superiore rispetto a quella prevista normalmente. Questo può avvenire in diversi casi:
– a garanzia delle obbligazioni emesse è stata aperta un’ipoteca immobiliare sulle proprietà della società per un valore almeno pari ai 2/3 del valore di mercato delle obbligazioni;
– sono presenti dei titoli nominativi, che sono stati emessi o, comunque, garantiti, dallo Stato, che vengono posti a garanzia delle obbligazioni emesse. Questi titoli nominativi devono avere necessariamente un valore superiore alla metà dell’importo delle obbligazioni emesse e devono avere una scadenza successiva a queste;
– per particolari esigenze, la società può ricevere una speciale delega da parte delle autorità governative per superare il limite di emissione, ma deve comunque assicurarne la solvibilità in qualsiasi momento mostrando adeguate garanzie per i finanziatori.
Detto questo, le modalità di rimborso dei titoli emessi nell’ambito di un prestito obbligazionario deve seguire il principio della casualità. In particolare, la regolamentazione in materia di prestiti obbligazionari prevede che debba essere effettuata un’estrazione pubblica a sorte sulla base dei numeri di cedolino in possesso di ciascun azionista che ha partecipato al finanziamento. La data in cui dev’essere effettuato il sorteggio e quello in cui dev’essere emesso il rimborso sono regolamentati: il rimborso coincide solitamente con la data di scadenza della cedolare, ossia con la data in cui cessano di maturare gli interessi di immobilizzazione.
Entro 10 giorni dall’estrazione devono essere comunicati per via ufficiale i numeri delle cedolari estratte, attraverso la Gazzetta Ufficiale.
Ogni avvio di prestito obbligazionario deve prevedere la formulazione di un regolamento, in cui vengono indicate le caratteristiche peculiari e il valore nominale delle obbligazioni, le modalità di emissione del prestito e il suo rimborso. Deve inoltre essere pubblicato un programma, in cui vengono esplicati nel dettagli l’importo complessivo, il piano di ammortamento e, soprattutto, il tasso di remunerazione per gli azionisti, ossia la percentuale di interessi a cui hanno diritto per l’immobilizzazione.
Il rendimento delle azioni nei prestiti obbligazionari
Nel rendimento emergono notevoli differenze con altre tipologie di prestito, soprattutto nella composizione del tasso di interesse. Questo è un dettaglio da non tralasciare, perché il rendimento ottenuto dall’azionista, che si ricava dalla differenza tra il valore pagato all’emissione e quello ricevuto alla restituzione, è soggetto alla tassazione che regolamenta gli interessi e i premi secondo la legge vigente.
Per il calcolo è importante capire la modalità di versamento da parte della società:
– nel caso in cui sia anteriore alla data di godimento, l’azionista deve versare esclusivamente l’importo corrispettivo del valore nominale;
in questo caso, per il calcolo bisogna valutare quando sono stati effettuati i versamenti e l’effettivo periodo di godimento per calcolare il rendimento.
– Se il versamento è successivo alla data di godimento, che sottoscrive le obbligazioni deve versare un’aggiunta per il rateo che corrisponde alla quota di interessi non goduta per la vacanza del capitale versato;
in questo caso, il valore del rendimento viene calcolato sulla base del valore nominale del tasso, moltiplicato per i giorni di mancato godimento.