Ecco come estendere la durata del mutuo: la rinegoziazione

Avete contratto un mutuo ma vi sta costando molta fatica portarlo avanti? Il pagamento della rata e le altre spese quotidiane riducono all’osso le vostre entrate mensili? Purtroppo è un problema con cui si scontrano molte famiglie italiane in questi anni di crisi economica. Quella casa per cui vi state tanto sforzando e che un giorno sarà completamente vostra è però un bene irrinunciabile. Come affrontare la situazione? Un’opzione è estendere la durata del mutuo grazie alla rinegoziazione con l’istituto di credito. Scopriamo in questo articolo come ottenerla.

Che cos’è la rinegoziazione?

Con la parola rinegoziazione ci riferiamo alla possibilità per il debitore di modificare le condizioni del mutuo. Tale procedimento consente di ridefinire alcuni termini del contratto, come il tasso di interesse, gli intestatari, le spese secondarie o, come analizzeremo nello specifico in questa guida, la durata del finanziamento. L’obiettivo comune di debitore e creditore è quello di trovare la modalità migliore per il rimborso del capitale erogato. Non è dunque un caso che la rinegoziazione possa avvenire non solo su richiesta del cliente, ma anche su proposta della banca stessa. Vi sono infatti precise circostanze in cui l’istituto può arrivare a offrire al cliente nuove condizioni, così da frenare la sua intenzione di accordarsi con un’altra banca. Indipendentemente da chi voglia rinegoziare, è importante conoscere e tenere a mente le caratteristiche di tale procedura.

Come funziona la rinegoziazione

Estendere la durata del mutuo ha come diretta conseguenza un abbassamento dell’importo della rata. Ad esempio è possibile passare da un finanziamento di 20 anni a uno di 30 anni, in cui la quota capitale mancante verrà diluita per tutta la nuova durata del contratto. La buona notizia è che si tratta di un’operazione senza costi aggiuntivi, dal momento che non prevede alcuna spesa notarile o di gestione. Non manca, tuttavia, il rovescio della medaglia. Se diminuiamo il valore della rata, otterremo un automatico aumento della quota interessi.

Come richiedere la rinegoziazione

Per ottenere la rinegoziazione il mutuatario deve inviare alla banca una raccomandata con la richiesta formale e firmata. La banca ha per legge l’obbligazione di rispondere al cliente nelle medesime condizioni. La rinegoziazione è infatti un accordo in cui intervengono esclusivamente la banca e il cliente. Basterà quindi uno scritto tra le due parti e il gioco è fatto, senza la necessità di terzi.

Fattori da considerare

La messa in pratica della rinegoziazione dipende dall’esito della valutazione della banca, che dipende da alcuni fattori. Vediamoli uno a uno.

  • L’abilità contrattuale del cliente.
  • La disposizione della banca ad accettare le nuove condizioni. È questo un punto che deriva chiaramente dal precedente. È infatti fuori discussione che se la richiesta di rinegoziazione sfiora i limiti dell’assurdo, la banca non darà il proprio consenso.
  • L’andamento del mercato nel momento in cui si richiede la rinegoziazione. Ogni mutuo viene indicizzato secondo un preciso tasso di riferimento. Se tale tasso è in fase di crescita, la banca avrà una maggiore convenienza a rinegoziare il contratto. Pur applicando uno spread più basso, godrà infatti di una maggiore sicurezza relazionata con i tassi di interesse.
  • La concorrenza interbancaria. Nei momenti di calo dello spread, le banche sono maggiormente in competizione e venire incontro alle esigenze dei clienti potrebbe rivelarsi la mossa vincente.
  • La situazione economica del richiedente. Come anticipato, la banca non vorrà perdere un cliente, soprattutto se titolare di obbligazioni o di un conto corrente. Di conseguenza, se il mutuatario sta attraversando un momento di difficoltà, la banca è generalmente propensa al supporto. Nel mondo della finanza pietà o compassione c’entrano ben poco: un istituto di credito deve agire in modo tale da evitare o, meglio ancora, prevenire, i casi di insolvenza. La perdita sarebbe considerevole, motivi per cui tra la rinegoziazione e un eventuale mancato pagamento, il minore dei mali è senza dubbio ridefinire il contratto.