Se sei residente nella Regione Liguria e stai cercando un posto di lavoro, o ti vuoi avviare un’attività imprenditoriale autonoma, o sei disoccupato da molti mesi e non riesci a trovare un posto di lavoro, ecco che sei nella guida giusta. La Regione Liguria ha varato, su proposta dell’Assessore Gianni Berrino, il piano anti-crisi: tredici milioni di euro per favorire l’occupazione, specie giovanile, nella Regione. “È stato varato dalla Giunta, su proposta dell’Assessore Gianni Berrino, il piano anti-crisi: tredici milioni di euro per favorire l’occupazione. Fondi importantissimi, mirati ad azioni di politiche attive del lavoro e destinati, in via prioritaria, ai Comuni individuati dal Ministero dello Sviluppo economico come aree di crisi industriale complessa del savonese e della Val Bormida e alle aree di crisi semplice che comprendono il Comune di Imperia, i Comuni della statale 28 e parte dei Comuni di Genova e La Spezia“: ecco quanto annunciato alla fine del 2016 dal Capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria, Angelo Vaccarezza. Questo comunicato che si è subito diffuso in ambito regionale è particolarmente positivo per la provincia di Savona e per la Val Bormida, in quanto aree di crisi persistente e cronica, avranno la via prioritaria per accedere alle risorse. Ma, questa non è l’unica iniziativa a sostegno dell’occupazione della regione Liguria, ci sono altri fondi e contributi da segnalare per chi è cerca di un’occupazione e per chi è in stato di disoccupazione da diversi mesi.
Regione Liguria: in partenza il Piano anticrisi, stanziati 13 milioni di euro a sostegno dell’occupazione
Il 30 dicembre 2016, allo scoccare della fine dell’anno, è stato varato il Piano anti-crisi dalla Giunta regionale che mette insieme una serie di misure a favore dell’occupazione e della formazione, dopo un lungo periodo di attesa. Su proposta dell’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino, sono stati stanziati ben 13 milioni di euro per azioni volte a sostenere ed incentivare l’occupazione destinate, in via prioritaria, ai Comuni individuati dal ministero dello Sviluppo economico come aree di crisi industriale cronica, quella savonese e del Val Bormida e di crisi semplice come il Comune di Imperia, parte dei Comuni di Genova e la Spezia e parte del Tigullio.
Il Presidente della Regione Giovanni Toti è intervenuto a tale proposito: “Si tratta di un investimento molto importante in grado di favorire l’occupazione nella nostra regione che comunque, dagli ultimi rilevamenti presenta dati positivi. La variazione congiunturale degli occupati liguri, nel terzo trimestre 2016, risulta positiva (+ 0,36%) rispetto al precedente trimestre, a fronte di un calo a livello nazionale (-0,23% e -0,58% Nord Ovest) e il tasso di occupazione è pari al 62,81%, con una variazione tendenziale positiva rispetto allo stesso trimestre del 2016 (0,09%). Inoltre, sempre nel terzo trimestre 2016, il tasso di occupazione si mantiene stabile nel settore dell’industria e nel commercio, facendo registrare un lieve aumento nei servizi alle imprese. Sempre nel terzo trimestre 2016 aumentano le imprese agricole iscritte al Registro delle imprese, con un +63,3% e il contributo delle imprese giovanili liguri è pari al 57,1%, molto superiore a quello nazionale che si attesta al 54,1%”. Toti ha continuato ad argomentare che si tratta di “dati che parlano di un’economia ligure in positivo anche per quanto riguarda i movimenti aerei in transito presso l’aeroporto di Genova, cresciuti del 3,0% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con un aumento del 5,5% anche per quanto riguarda il traffico di merce in superficie. Rispetto al 2015 migliorano anche i dati campionari sulla percezione della situazione economica di famiglie e individui: la quota di persone con 14 anni e più molto o abbastanza soddisfatta in Liguria della situazione economica passa dal 51,8% nel 2015, al 56,7% nel 2016 con un incremento superiore sia a quello rilevato a livello nazionale, sia nel Nord Ovest”.
L’assessore Berrino è intervenuto anch’egli sottolineano che “I fondi utilizzati per questo eccezionale stanziamento derivano dalle risorse non spese nel triennio scorso per il finanziamento degli ammortizzatori sociali. Abbiamo utilizzato quindi fondi che rischiavano di andare perduti e li abbiamo rimessi in circolo in azioni di politiche attive del lavoro che possano generare nuova occupazione e nuove imprese soprattutto in quelle aree colpite duramente dalla crisi industriale di grandi gruppi. I 13 milioni di euro sono stati ripartiti in cinque misure di intervento. Sette milioni e 800mila euro per tirocini e work-experience destinati a tutti i disoccupati nelle aree di crisi industriale, sulla falsariga di quanto previsto nel Piano over 40 partito lo scorso mese di novembre. Tre milioni di euro sono dedicati a bonus occupazionali per imprese che assumeranno a tempo determinato e indeterminato. Settecentocinquanta mila euro all’avvicinamento alla pensione delle persone con più di 60 anni di età prevedendo il loro inserimento presso i Comuni e gli Enti Parco in attività di pubblica utilità. Novità assoluta del Piano sono le ultime due misure: un milione di euro è destinato all’accesso al credito agevolato per l’autoimprenditoria e 450 mila euro sempre sull’auto-imprenditoria attraverso la presentazione di progetti specifici che derivino da protocolli d’intesa e convenzioni tra i Centri per l’Impiego e le Camere di Commercio, e Centri per l’impiego e parti sociali. Le misure previste dal Piano straordinario si andranno ad affiancare ad altre misure nel campo della formazione che verranno varate a gennaio per dare vita a un intervento globale“.
Regione Liguria: dalla fabbrica al “ritorno in bottega”
Da diverso tempo, anche in fase pre-crisi, si è iniziato ad assistere ad un problema che ha una portata di dimensione economica ma, pure sociale, che sta enormemente flagellando il sistema economico e produttivo del fare business nella nostra Penisola. I paesi dell’entroterra italiano si stanno svuotando terribilmente, con il rischio di lasciare fasce intere di popolazione residenti nelle zone montane e nelle vallate del tutto sprovviste di prodotti e di servizi, anche di prima necessità. Purtroppo, molti ristoranti e strutture di ricezione alberghiera hanno chiuso da tempo i battenti per crisi, per evitare derive generazionali, per trasferimenti e cambiamento nelle scelte professionali dei discendenti ma, pure per un mutamento delle mete turistiche differenti.
L’Assessorato allo Sviluppo economico della Regione Liguria ha attivato un bando di 500.000 euro, con contributi a fondo perduto, volto alla creazione di piccole imprese commerciali di vendita al dettaglio di beni alimentari o misti nei comuni non costieri, per aiutare l’entroterra a crescere economicamente e a ritornare a svilupparsi. Il bando si pone come obiettivo quello di ritornare ad aprire botteghe e piccole imprese nelle vallate e nelle zone montane dell’entroterra ligure, per tornare a fare “rivivere” i borghi interni da troppo tempo abbandonati. Chissà che non sia un sano ed fruttuoso ritorno alle origini?