I piccoli prestiti Inpdap per dipendenti statali

A supporto dei dipendenti pubblici, statali e pensionati che si ritrovano a dover affrontare piccole spese inaspettate o urgenti può essere utile la formula del Piccolo Prestito Inpdap, una modalità di accesso al credito molto comoda e sicura per chi la richiede.

Vediamo nel dettaglio come funziona.

L’Inpdap (Istituto di Previdenza Sociale per la Pubblica Amministrazione), con il Decreto Salva Italia del 2011 è stato incorporato nell’Inps, ma mantiene la sua funzione iniziale, cioè l’erogazione di prestiti ai dipendenti pubblici, statali o pensionati. La legge n° 214 del 2011 regola la normativa per questi prestiti.

Il modulo per la richiesta del prestito può essere comodamente compilato online attraverso il sito dell’Inps, senza doversi recare di persona in uno degli uffici della Previdenza Sociale.

Gli importi che si possono richiedere sono strettamente influenzati dal piano di ammortamento del debito e, soprattutto, sono calcolati in base allo stipendio del richiedente e alla presenza o meno di altri finanziamenti che lo interessano. La durata del Piccolo Prestito Inpdap può essere di  12, 24, 36 o 48 mesi. Per esempio, nel caso di durata annuale, l’importo massimo richiedibile sarà pari all’ammontare medio di due mensilità nette.

Per i pensionati, invece, rimane il limite di non poter superare la soglia di un quinto dello stipendio con le trattenute per il piccolo prestito.

Ad esempio, per un piano di ammortamento di 36 mesi si può ottenere un importo pari a sei o tre mensilità in base all’esistenza o meno di altre trattenute all’interno della busta paga, mentre per un piccolo prestito di 48 mesi si può ottenere una somma equivalente a 8 o 4 mensilità nette.

Una volta approvato il finanziamento le somme i soldi verranno versati direttamente sul conto corrente indicato dal richiedente del prestito. È anche possibile, in alternativa, ritirare il denaro in contanti presso la Banca dell’ Inpdap.

Ai prestiti vengono applicati i seguenti tassi di interesse:

  • Tasso di interesse (Tan) pari a 4,25% annuo
  • Spese di amministrazione del 0,50%;
  • Premio fondo rischi: una polizza assicurativa il cui valore dipende dall’ammontare del prestito

Altro aspetto interessante del prestito è che con questa tipologia se il beneficiario muore o resta in invalidità permanente per causa di servizio o contratta in servizio durante il periodo di rimborso del credito ottenuto, le somme non sono dovute dagli eredi.

Molto più semplice la procedura in caso di beneficiario pensionato. È necessario fornire la domanda direttamente per via telematica,attraverso i servizi online del portale Inps, sul sito inps.it, accedendo la sezione “Servizi Gestione Dipendenti Pubblici” o tramite il Contact center (numero verde gratuito 803 164) o attraverso uno dei patronati convenzionati. L’accredito dell’importo accordato verrà versato interamente sul conto corrente bancario o postale fornito dal richiedente, mentre per il pensionato l’Iban è quello normalmente utilizzato per accreditare la pensione.

Il rimborso del prestito comincia dal secondo mese successivo a quello in cui si verifica il versamento della somma prevista. È possibile, inoltre, rinnovare il Piccolo prestito Inps 2016 una volta terminato un certo periodo minimo di rimborso, calcolato con la metà della durata totale del piano di ammortamento previsto inizialmente.

Ecco un esempio concreto. Per i prestiti annuali il rinnovo può essere richiesto e si può attuare dopo 6 mesi. Il limite sale a 12 mesi per finanziamenti di 24 mesi. Le stesse proporzioni valgono per i prestiti di 36 mesi (3 anni) e 48 mesi (4 anni).