Per le cosiddette imprese al femminile la legge italiane prevede importanti incentivi e contributi a fondo perduto che permettono a chi è in possesso di determinati requisiti di avviare una iniziativa imprenditoriale. Tale tipo di finanziamento permette di ottenere un finanziamento per utile per il sostenimento delle spese per l’avvio della propria attività. I contributi ed incentivi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile sono stati introdotti dalla Legge n. 215/92 con lo scopo di incentivare l’impresa “rosa” e per offrire un valido sostegno lavorativo alle madri.
Le agevolazioni previste
Con l’ottenimento del contributo a fondo perduto il beneficiario ha la possibilità di ottenere un determinato importo da destinare all’attività di impresa. La neo imprenditrice dovrà rimborsare solo il 50 % dell’importo ad un tasso di interesse agevolato. Di conseguenza qualora l’importo erogato sia pari a 20.000 euro, l’importo da restituire darà pari a 10 mila euro (somma che dovrà essere restituita a rate ad un interesse agevolato).
L’incentivo ed i contributi a fondo perduto consistono pertanto nell’erogazione di contributi in conto capitale al massimo nell’importo consentito dalla normativa comunitaria in relazione alla normativa UE prevista in materia di aiuti di stato alle imprese. L’agevolazione può riguardare l’avvio di nuove attività, l’acquisto di attività già avviate o la realizzazione di progetti che abbiano contenuto innovativo. E permette di ottenere:
- Contributo a fondo perduto pari al 50 % della somma erogata;
- Credito d’imposta;
- Finanziamento agevolato (pari a 10 anni) con tasso dello 0,5 %.
Settori agevolabili e spese ammissibili
In base alla legge n. 215/92 gli investimenti delle imprese al femminile possono riguardare apertura o rilevamento di attività già attive nei settori dell’agricoltura, commercio, artigianato, industria, servizi, commercio, turismo.
Le spese che potranno essere oggetto di agevolazione sono quelle per l’acquisto di macchinari e servizi necessari per l’avvio dell’attività, ed i beni possono essere acquistati sia direttamente sia in locazione finanziaria. Nel dettaglio le spese ammissibili sono:
- Servizi di progettazione e direzione dei lavori (5 % dell’importo per opere murarie);
- Studi di fattibilità e piani di impresa ( 2 % dell’investimento consentito);
- Attrezzature e macchinari;
- Opere murarie (nel limite del 25 % dei macchinari ed impianti);
- Software e brevetti;
- Servizi reali.
I finanziamenti per le imprese al femminile pertanto non possono essere utilizzati per l’acquisto di minuterie ed utensili di uso comune, spese per manutenzione ordinaria, materie prime, acquisto di terreni e fabbricati, beni usati.
Soggetti beneficiari
Le imprese al femminile, oggetto dell’agevolazione di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato, devono rientrare preliminarmente nella definizione di piccola impresa. La definizione di Piccola impresa, in base alla legge vigente, è riconosciuta alle imprese che abbiano fino a 50 dipendenti, un fatturato non superiore a 5 milioni di euro, uno stato patrimoniale non superiore a 2 milioni di euro, ed una quota in altre imprese non superiore al 25 %. Inoltre i soggetti beneficiari dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- Società cooperative o persone che siano composte perlomeno dal 60 % di donne;
- Società di capitali nelle quali le quote di partecipazioni siano costituite da donne almeno per i 2/3;
- Donne che avviano una impresa individuale;
- Imprese, associazioni, enti di formazione, ordini professionali promotori di corsi di formazione imprenditoriale nelle quali almeno il 70 % delle quote sia detenuto da donne.