La legge 215 del 1992 è intervenuta in tema di “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”, con agevolazioni per le imprese già costituite o ancora da costituire formate in prevalenza da donne; in particolare; il titolare dev’essere una donna nel caso delle ditte individuali, il 60% dei soci dev’essere costituito da donne nelle società di persone e nelle cooperative, 2/3 delle quote devono essere di donne ed 1/3 dell’amministrazione dev’essere composta di donne nelle società di capitali, essere composte da meno di 50 dipendenti ed avere un fatturato inferiore a 7 milioni di euro o 5 milioni di euro di bilancio, oltre a non dipendere da imprese partecipanti nel caso delle piccole imprese. Vediamo i principali finanziamenti a fondo perduto.
Contributi a fondo perduto e garanzie
Per quanto concerne in particolare i finanziamenti a fondo perduto, si tratta di incentivi costituiti da un capitale che dev’essere rimborsato solo in parte, il 50% è a fondo perduto, l’altra parte va restituita in rate mensili a tasso agevolato in 10 anni. Il Fondo di Garanzia (quello della Cassa del Mezzogiorno) invece consente di richiedere un finanziamento garantito dallo Stato e non è un contributo economico; il Microcredito è un’agevolazione che non consiste in un contributo economico, ma in una garanzia sull’eventuale prestito richiesto da imprese femminili esistenti o da professioniste con partita Iva da almeno 5 anni, che abbiano come dipendenti non più di 5 persone o 10 in caso di società di persone, srl semplificate o cooperative.
Autoimpiego tramite Invitalia
La legge 185 del 2000 agevola l’autoimpiego tramite Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione d’investimenti e lo sviluppo d’impresa, in precedenza chiamata Sviluppo Italia, che si occupa di concedere agevolazioni finanziarie e servizi di assistenza tecnica per diverse tipologie di iniziative, ossia lavoro autonomo con investimenti fino a 25823 euro, microimpresa con investimenti fino a 129114 euro, franchising da creare insieme a franchisor accreditati con la stessa Invitalia. Si possono supportare sia la realizzazione di investimenti sia l’avvio della gestione tramite agevolazioni per l’autoimpiego previa dimostrazione della coerenza tra il profilo del soggetto promotore ed iniziativa imprenditoriale proposta.
Contributi a fondo perduto del MISE e della Comunità Europea
Le donne che aspirano ad avviare un’impresa al femminile tramite finanziamenti a fondo perduto devono controllare l’uscita dei bandi sul sito del MISE o della regione di residenza; questi bandi sono pubblicati periodicamente con la specifica delle risorse disponibili, delle modalità di finanziamento a fondo perduto, delle agevolazioni per le imprenditrici; anche la comunità europea mette a disposizione ogni anno ingenti finanziamenti per l’imprenditoria femminile, fondi gestiti indirettamente tramite gli stati membri e le loro articolazioni, in Italia ad esempio con le Regioni. Esistono i FESR (Fondi Europei Strutturali di Sviluppo Regionale), che servono alla realizzazione di infrastrutture e di investimenti utili per poter incrementare l’occupazione nelle imprese, il FEARS, il Fondo finanziario dell’Unione Europea che gestisce i finanziamenti per i terreni agricoli, il PSR (Piano di Sviluppo Rurale), che segue i finanziamenti per il settore agricolo e forestale.
Altri tipi di finanziamento
A inizio 2016 è uscito il bando “Nuove imprese a tasso zero”. Per questo tipo di finanziamento in particolare si deve presentare domanda tramite il sito di Invitalia, vengono concessi finanziamenti della durata massima di 8 anni a tasso zero per coprire fino al 75% del capitale necessario. Esiste poi il “Servizio Pari Opportunità” del Governo, che consente l’accesso a condizioni agevolate tramite una lista di banche convenzionate; è possibile inoltre sospendere la restituzione del finanziamento per 12 mesi in caso di gravidanza o di malattia grave propria, di un genitore o di un parente stretto. I contributi a fondo perduto inoltre possono essere cumulati con altre agevolazioni a carattere nazionale o locale, ma non si può richiedere l’accesso ai contributi stanziati dallo stesso bando per altre fasi dello sviluppo aziendale.