Uno studio approfondito della Cgia di Mestre ha posto in evidenza le dieci tasse più odiate dagli italiani: l’elenco totale contempla circa un centinaio di voci tra addizionali, imposte, ritenute, tasse e tributi e, nonostante il nostro sistema tributario sia piuttosto frammentato, il gettito è invece molto concentrato: gli incassi delle prime dieci imposte valgono un importo di 413,3 miliardi di euro che incidono per l’87,5% sul totale delle entrate tributarie. A gravare pesantemente sui bilanci delle aziende sono l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che assicura 33,2 miliardi di gettito annuale, e l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che consente all’Erario di incassare 32,9 miliardi di euro. Secondo il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, quest’anno ciascun italiano pagherà mediamente 11.800 euro di imposte, tasse e contributi previdenziali.
Irap: la tassa più odiata dagli imprenditori italiani
Odiata dagli imprenditori italiani, viene considerata illegittima dalla Corte europea: la tassa sulle attività produttive, conosciuta meglio come Irap è stata voluta da Visco e, ad oggi, consente di coprire il 38,6% delle spese sanitarie nazionali. Ecco perchè una sua abolizione avrebbe ripercussioni molto negative e complicate sul nostro Sistema Sanitario nazionale, già assai debole e colpito profondamente dai continui “tagli” messi in atto dai Governi. Lo sostengono gli artigiani della Cgia di Mestre che hanno svolto un’analisi accurata su come questa imposta, il cui computo è legato al fatturato ed al numero di dipendenti assunti in azienda e non sugli utili a bilancio, venga utilizzata concretamente. In Lombardia, secondo lo studio svolto, l’incidenza dell’Irap ha raggiunto quasi il 57% della spesa sanitaria regionale, nel Lazio pesa per il 47,2%, in Emilia Romagna per il 45,8% e in Veneto per il 44,8%. Solo al Sud l’incidenza è assai meno opprimente: in Campania l’Irap si attesta al 24,1%, in Sicilia al 23,1% in Puglia al 22,9% e in Calabria al 21%.
Possibile abolire l’Irap? Che effetti si ripercuoterebbero sul Sistema Sanitario Nazionale? La Commissione europea per prima ha sollevato dubbi sull’illegittimità di questa imposta, tanto odiata e ritenuta ingiusta dalle imprese italiane (soggetti passivi d’imposta). L’imposta regionale sulle attività produttive viene applicata nei confronti di chi esercita in via abituale un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. Costituisce in ogni caso presupposto dell’imposta l’attività esercitata dalle società e dagli enti, compresi gli organi e le amministrazioni dello Stato.
Come osserva giustamente il Segretario della Cgia di Mestre, Dottor Bortolussi: “Con la probabile bocciatura da parte della Corte di Giustizia europea, il Governo dovrà modificare questa imposta. Non solo. Ma nelle intenzioni del Governo si vuole anche alleggerirne il carico. Benissimo, ma come pagheremo la sanità a livello regionale visto che l’intero gettito va a coprire una buona parte della spesa sanitaria? Sia chiaro, al mondo delle imprese l’Irap non è mai piaciuta, ma non possiamo nemmeno dimenticare che gli oltre 31 miliardi di euro mantengono una buona parte della spesa sanitaria nazionale. Ora con quali altre imposte sostituiremo il mancato gettito che verra’ dalle modifiche dell’Irap?».
Irap: quanto grava sul valore della produzione aziendale
Dato che viene computata sul valore della produzione aziendale, l’Irap ha un’aliquota base del 3,9% ma ci sono maggiorazioni per alcuni settori (banche e assicurazioni) e sconti per altri (agricoltura e pesca). Le singole regioni avevano un margine di autonomia nella gestione dell’aliquota ora molto ridotto.
Gli aspetti più negativi e tanto contestati dalle imprese italiane sono ascrivibili ai seguenti:
- l’Irap si applica sul costo del lavoro: l’impresa non può detrarlo dalla base imponibile, ciò penalizza le aziende con molti dipendenti,
- colpisce anche le perdite di bilancio,
- non è deducibile dall’Irpef e dall’Ires o se lo è, in alcuni casi, è nel limite del 10%. Il contribuente paga le imposte sui redditi su una base imponibile che comprende già l’Irap: una vera imposta sull’imposta.