Riorganizzazione per Equitalia, dopo le prime due nel 2011 e nel 2012, la società competente nella riscossione di tributi, contributi e sanzioni, controllata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps, deve necessariamente revisionare il proprio assetto organizzativo ed istituzionale. “Credo che Equitalia al 2018 non ci arriva“, sono queste le parole del premier Matteo Renzi, “l’ipotesi più probabile è che ad andare in soffitta sia soprattutto il marchio Equitalia, soprattutto per ragioni simboliche, visto quello che il nome evoca negli italiani“. Le funzioni che attualmente svolge Equitalia e le stesse cartelle esattoriali “rimarrebbero le stesse, perché non si può aprire un buco nel bilancio pubblico, si può sperare che una maggiore fedeltà fiscale possa compensare il mancato gettito della lotta all’evasione”. Il passaggio di funzioni e dipendenti da Equitalia all’Agenzia delle Entrate “andrebbe studiato con grande attenzione“. I principali problemi riguardano i contratti dei dipendenti Equitalia dato che sono assunti con il contratto bancario, con stipendi mediamente più alti dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate: un cambio di contratto con condizioni economiche più sfavorevoli, esporrebbe l’amministrazione a scontenti diffusi ed al rischio di ricorsi.
Inoltre, Equitalia non riscuote solo le somme dovute (tributi, cartelle esattoriali) all’Agenzia delle Entrate, ma svolge la stessa funzione di riscossione coattiva per conto dell’Inps, per oltre 6.000 Comuni e per altri enti pubblici. Dinanzi a questi ostacoli che possono divenire delle “armi taglienti” ecco che la soluzione sembra sia percorribile, senza troppi mutamenti e drastiche soluzioni. “Dell’abolizione ne parlo dal 2010, era la nostra prima proposta alla Leopolda sei anni fa; d’ora in poi si pagano le cartelle esattoriali non gli interessi e i superinteressi. Si crea un meccanismo di fiducia, nel 2015 abbiamo fatto 14.9 miliardi di euro di recupero dell’evasione fiscale. Il deficit è al livello più basso negli ultimi dieci anni, il debito è stabilizzato, per noi il cittadino va coinvolto non stangato” sono queste le parole che il Premier Renzi ha annunciato.
Per le cartelle esattoriali, la rottamazione delle stesse è prevista solo per i tributi contestati dall’Agenzia delle Entrate, per i contributi previdenziali ed assistenziali affidati per la riscossione o inseriti in ruoli ordinari e straordinari entro il 31 dicembre 2015. Rimangono escluse tutte le multe per le violazioni del Codice della Strada. Lo “sconto” previsto ai contribuenti sulle cartelle esattoriali prevede il pagamento solo dell’importo originario prescritto sulla stessa cartella, senza sanzioni ed interessi di mora. Online potete trovare un calcolatore per effettuare una stima della rottamazione della cartella. La possibilità di adesione dovrebbe durare 12 mesi e gli importi dovranno essere pagati o in un’unica soluzione o a rate.
Rottamazione delle cartelle di Equitalia: la guida
Inizialmente, le multe per l’infrazione al Codice della strada e l’evasione dell’Iva non erano comprese nella sanatoria delle cartelle di pagamento Equitalia prevista dalla Legge di Bilancio 2017. Dopo varie discussioni, però, sembra quasi certo che il nuovo decreto includerà multe e Iva nella rottamazione. Come ha spiegato il Ministro Padoan, la rottamazione in linea di principio “vale per tutti i tipi di cartella esattoriale“ e similmente alla sanatoria sulle tasse dovute all’Agenzia delle Entrate e sui contributi previdenziali INPS e INAIL, la rottamazione delle cartelle di Equitalia relative all’Iva e multe stradali prevede l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi legali previsti. I soggetti contribuenti devono pagare soltanto gli importi previsti dalle violazioni senza alcun costo aggiuntivo. E’ importante notare che la manovra finanziaria si riferisce alle sole cartelle esattoriali emesse da Equitalia dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
Un importante limite alla rottamazione delle multe per infrazione al Codice della strada riguarda il fatto che a decidere saranno gli Enti locali, Comuni, Province e Regioni. I soggetti contribuenti potranno usufruire dello sconto sulle multe stradali solo se l’Ente locale avrà espressamente deliberato la sua adesione alla misura. Come precisato da Padoan, è stato deliberato ciò “allo scopo di evitare un’intrusione nell’autonomia impositiva e fiscale dei Comuni”.
L’adesione alla rottamazione delle cartelle di pagamento è su richiesta del cittadino-contribuente. La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dall’entrata in vigore della procedura della sanatoria, utilizzando l’apposito modello DA1 che Equitalia rende disponibile sul proprio sito istituzionale. Sul sito di Equitalia vi sono anche le istruzioni per la compilazione.
La domanda può essere presentata o presso gli Sportelli dell’Agente della riscossione utilizzando il modulo DA1, oppure inviata alla casella e-mail/pec della Direzione Regionale di Equitalia Servizi di riscossione di riferimento, allegando al modello DA1 la copia del documento di identità.
Il contribuente può optare se pagare tutto il debito in un’unica soluzione oppure in 3 rate bimestrali; spetterà poi ad Equitalia comunicare ai debitori, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della procedura, l’ammontare del quantum debeatur ed i dettagli riguardanti le singole rate. Tutti i soggetti contribuenti che saltano un pagamento corrono il rischio di decadere dalla rottamazione delle cartelle e vedere ripristinata la vecchia situazione debitoria con i vecchi termini di pagamento.
E’ doveroso darvi un consiglio finale: sarebbe opportuno aspettare prima di presentare la domanda poichè nell’attuale fase di conversione del decreto fiscale n. 193/2016 sono stati previsti alcuni emendamenti, tra cui anche la rateizzazione in cinque rate e termini più lunghi per la presentazione della domanda di adesione alla procedura agevolata.