Cambiano le normative sui prelievi dal conto corrente: ecco il nuovo tetto previsto dall’emendamento del decreto fiscale recentemente approvato; da lunedì 14 Novembre, chiunque superi il tetto dei mille euro per il prelievo giornaliero e i cinquemila per quello mensile rischia di essere sottoposto a rigidi controlli fiscali. I possessori di un conto corrente che non riescono a giustificare le somme depositate possono essere pesantemente sanzionati, persino con la tassazione del reddito. Superato un certo plafond, scattano i controlli per la presunzione di ricavi in “nero”: l’emendamento approvato nel decreto fiscale di fatto potrebbe di fatto cambiare la normativa attualmente in vigore che stabilisce che l’uso del contante è di fatto vietato a partire da una cifra che superi i 3000 euro. Superati questi tetti si avviano automaticamente i controlli fiscali che potrebbero portare a comminare pesanti sanzioni.
Prelievi bancomat: revisionata la normativa fiscale
Il pacchetto normativo concernente le semplificazioni fiscali prevede che per i soggetti contribuenti e correntisti che preleveranno una somma superiore a 1.000 euro in un giorno o 5.000 euro in un mese scatterà automaticamente la presunzione di ricavi “in nero” e quindi gli accertamenti severi dell’Agenzia delle Entrate. La nuova normativa introduce uno specifico requisito numerico (plafond massimo) oltrepassato il quale, scatterebbe la presunzione contraria al soggetto contribuente. La possibilità di effettuare un accertamento fiscale per prelievi o versamenti consistenti di denaro sul conto non ha salvato, in passato, neppure il lavoratore con reddito fisso, come il normale lavoratore dipendente che percepisce una busta paga (di norma sempre “al riparo” dai sospetti dell’Agenzia delle Entrate).
Con l’ultima novità normativa in materia tributaria i limiti si fanno ancora più stringenti e severi, per i cittadini è in arrivo una nuova disciplina relativa all’utilizzo del proprio denaro prelevato dai conti correnti. Una prova questa che non sempre può essere data facilmente: quella del Fisco è una semplice presunzione di irregolarità e di controllo routinario che decade quando il soggetto contribuente dimostra di poter giustificare il prelievo di somme elevate dal proprio conto corrente. I cittadini che per motivi privati e personali si trovino nella condizione e nella situazione di dover prelevare cifre superiori ai limiti consentiti dal Fisco, dovranno tenere tracciatura e memoria su validi supporti, delle proprie transazioni finanziarie e giustificare le somme spese e quelle accreditate. Ecco le motivazioni per cui si suggerisce di conservare tutti i documenti giustificativi degli acquisti conclusi. Tutti i soggetti contribuenti compresi i titolari di reddito d’impresa, devono sempre prestare attenzione ai movimenti in entrata e in uscita dal proprio conto corrente.
La giustificazione di questa normativa affonda le ragioni proprio nella volontà di combattere l’evasione e l’elusione fiscale: i contribuenti saranno costretti a richiedere sempre scontrini e fatture ai venditori ed a non accettare mai di pagare in nero. In questo modo l’intento del Governo di eliminare il contante e di contrastare l’evasione sarebbe in parte raggiunto, anche se ad essere principalmente colpita sarebbe la capacità di spesa delle famiglie e la stessa semplicità di utilizzo dei conti correnti. Il direttore dell’Agenzia dell’Entrate Orlandi vuole rassicurare i contribuenti affermando che “non ci sarà la sanzione dal 10% al 50% delle somme prelevate dai conti bancari intestati alle imprese qualora, in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, le modalità di utilizzo di tali prelievi non siano giustificate dalle aziende stesse“.