Le sanzioni disciplinari sul luogo di lavoro sono dei provvedimenti a cui può ricorrere il datore di lavoro in caso di inadempimenti o comportamenti scorretti del lavoratore. La finalità della sanzione è di richiamare il lavoratore all’ordine affinché corregga gli atteggiamenti non consentiti dal regolamento aziendale. La sanzione stessa deve essere legittima per poter essere eseguita. In caso contrario, il dipendente potrà avanzare rimostranze per la difesa dei propri diritti. In un mondo del lavoro dove vige ormai la legge del più forte, un’accurata conoscenza di questo tema delicato si rivela imprescindibile. Scopriamo allora in questo articolo come si classificano le sanzioni disciplinari e quali passi implica la loro attuazione.
Tipologie di sanzioni disciplinari
Il tipo di sanzione disciplinare dipende dalla gravità del comportamento del dipendente. Ecco qui un elenco dei principali provvedimenti, dal più morbido al più duro.
- Ammonizione verbale: un semplice rimprovero sul posto di lavoro.
- Ammonizione scritta: è la cosiddetta lettera di richiamo.
- Multa: dalla busta paga verrà trattenuto un importo pari a un massimo di 4 ore di retribuzione base. Si applica in caso di infrazioni più gravi di quelle punite con un’ammonizione o qualora il dipendente ricadesse in una situazione disciplinare scorretta.
- Sospensione: il lavoratore è escluso dalla prestazione di servizio e dalla conseguente retribuzione per un periodo non superiore ai 10 giorni.
- Trasferimento: qualora previsto dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro), il datore può optare per il trasferimento del dipendente che con la sua condotta inappropriata abbia compromesso l’organizzazione e il funzionamento aziendali. Tale misura può essere applicata a patto che il lavoratore, una volta trasferito, continui a svolgere le mansioni di cui si occupava anteriormente.
- Licenziamento: di cui un giudice valuterà la legittimità, verificando se le motivazioni alla base di tale provvedimento estremo sono fondate o se possono prevedere una forma di sanzione più leggera.
Le fasi di una sanzione disciplinare
Il documento che regola le sanzioni disciplinari è lo Statuto dei Lavoratori (Art. 7), nel quale si specifica l’obbligo da parte del datore di lavoro di giustificare in forma scritta (a eccezione del rimprovero verbale) il motivo che lo porta a sanzionare il dipendente. Quali sono dunque i passi da seguire perché un provvedimento disciplinare venga eseguito nel pieno rispetto della legge?
Contestazione dell’addebito
Si tratta della notifica dell’illecito compiuto, la quale deve prevedere il diritto di difesa da parte del dipendente e deve possedere le seguenti caratteristiche:
- Specificità: la sanzione deve fornire in modo preciso le indicazioni necessarie per la descrizione della condotta che il datore si lavoro considera punibile.
- Immediatezza: rispetto al momento in cui il datore di lavoro viene a conoscenza dell’infrazione.
- Immutabilità: una volta comunicata, la sanzione non può fare successivamente riferimento a fatti materiali diversi.
Difesa del lavoratore
A partire dalla ricezione della contestazione, il lavoratore ha 5 giorni (di calendario, non lavorativi) per presentare la propria difesa in forma scritta o verbale, assistito, volendo, da un rappresentante sindacale.
Irrogazione della sanzione
Qualora il lavoratore non presentasse alcuna difesa o il datore la ritenesse insufficiente, viene emessa la sanzione, che deve essere proporzionata all’infrazione commessa.
Impugnazione della sanzione
Il lavoratore ha la possibilità di impugnare la sanzione davanti al collegio arbitrale o a un giudice ordinario. In tal caso, la sanzione rimane sospesa finché non si concluda il procedimento.