Cos’è l’Euribor? Come incide sui mutui a tasso variabile?

L’Euribor, acronimo di “Euro Interbank Offered Rate“, è un indicatore (ratio) molto utile, un saggio medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in valuta (in euro) tra i più grandi istituti di credito europei (25/40 banche) venendo a rappresentare il saggio d’interesse del mercato interbancario dei depositi bancari (in euro) per le operazioni di breve termine tra gli istituti di credito più importanti. E’ stato introdotto nel 1999 anno in cui è stato battezzato l’euro sui mercati finanziari, viene computato dalla Federazione Bancaria Europea (EBF) che rappresenta un’organizzazione fondata nell’anno 960 di cui fanno parte 5.000 istituti di credito europei che operano in 31 paesi europei e divulga le notizie inerentemente tutto ciò che succede nel mondo bancario, oltre a calcolare l’Euribor e l’Eurirs. Si viene così ad avere una misura attendibile del costo del denaro essendo calcolato quotidianamente in modo tale che il suo valore è realmente attendibile e per tale motivazione è prassi consolidata che gli istituti di credito “agganciano” l’andamento del mutui a tasso variabile all’Euribor.

 Pubblicazione dell’Euribor

Questo tasso viene pubblicato quotidianamente alle ore undici dato che viene calcolato ogni giorno: l’Euribor Panel Steering Committee, un panel di esperti in materia procede a renderlo noto grazie ai dati messi a disposizione delle principali banche europee quali: Bank of Tokyo-Mitsubishi, J.P Morgan Chase Bank N.a, Den Danske Bank, CaixaBank S.A, Barclays Capital, Cecabank , Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, CaixaBank S.A, Banco Santander Central Hispano, ING Bank, Banque et Caisse d’Épargne de l’État, Caixa Geral De Depósitos (CGD), Banque et Caisse d’Épargne de l’État, National Bank of Greece, Monte dei Paschi di Siena, Intesa Sanpaolo, UniCredit Banca, DZ Bank Deutsche Genossenschaftsbank, Deutsche Bank, Belfius , Pohjola, Nordea, HSBC France, BNP – Paribas, HSBC France, Société Générale, Natixis.

I tipi di tasso interbancario di offerta (in euro)

In effetti esistono all’incirca una quarantina di tassi Euribor a seconda della durata del deposito bancario (un mese, sei mesi, etc.) e del divisore che viene impiegato (360 o 365 giorni) e dato che il denaro viene prestato allo scadere del contratto e i saggi cambiano a seconda delle diverse aspettative sui mercati finanziari, con attese in incremento, gli Euribor di durata più lunga saranno più alti di quelli con durata temporale inferiore, mentre laddove le attese sono in ribasso gli Euribor di durata più lunga saranno più bassi di quelli con durata temporale inferiore. Poi si calcolano anche le medie ovvero il valore medio del tasso interbancario calcolato in base all’andamento quotidiano del saggio nell’arco del mese prevedente.

Per chi accende un contratto di mutuo è indifferente fare riferimento all’uno o ad altro indice perché nel medio lungo termine i periodi di rialzo saranno annichiliti da quelli in ribasso; per quanto concerne il divisore che viene preso in considerazione (360 o 365 giorni) si può scegliere di includere nella formula 360 giorni (anno commerciale ove ogni mese è costituito convenzionalmente da 30 giorni) oppure 365 giorni ovvero il numero di giorni dell’anno solare.

Fattori che influenzano l’andamento dell’Euribor

Essendo un’attendibile misura che rileva il costo del denaro, il tasso interbancario sui depositi in euro dipende ed è influenzato dalle aspettative che si respirano sui mercati finanziari, per questa sua sensibilità dal punto di vista tecnico è in grado di registrare le oscillazioni in maniera pregressa prima che la Banca Centrale Europea comunichi una variazione del costo del denaro. Per capire meglio se i mercati finanziari prevedono un rialzo tra sei mesi l’Euribor a sei mesi o ad un anno tenderà al rialzo.

L’oscillazione del tasso Euribor dipende da molti fattori che entrano in gioco come i meccanismi di demand e di supply degli istituti di credito europei ma anche dai tassi d’interesse che la Banca Centrale Europea (BCE) fissa o dal prezzo del greggio o dall’economia in generale, se si tratta di un’economia in fase espansiva dove le imprese investono e si indebitano allora il tasso tende a contenersi.

Euribor e mutui a tasso variabile

Ribadiamo che l’Euribor non è altro che il tasso d’interesse sul quale si basano gli istituti di credito europei per prestarsi a vicenda il denaro semplificando i flussi monetari all’interno del sistema economico dell’Unione Europea. Detto ciò, si può comprendere che mediante questo saggio sono stabilite le rate del mutuo ipotecario (quota interessi) a seconda della durata (t) del contratto di mutuo a tasso variabile. L’oscillazione dell’Euribor andrà soprattutto a riguardare il debito residuo dato che proprio sul debito residuo si va a calcolare l’ammontare degli interessi che graveranno sull’importo della rata di rimborso.

Quando si parla di mutuo a tasso variabile si fa riferimento al fatto che il saggio d’interesse si modifica nel tempo per tutta la durata del mutuo stesso; la variazione del saggio d’interesse non si riflette immediatamente sulla rata di rimborso del mutuo ma la rettifica avviene due volte l’anno (quando il pagamento è semestrale). L‘importante per il cliente è leggere sul contratto di mutuo con quale cadenza si avrà la revisione del mutuo stesso e si troverà di fronte alla modifica della rata di rimborso. Per procedere al computo del nuovo importo si devono prendere in considerazione i seguenti elementi:

  • il valore del tasso Euribor nel momento sancito per procedere alla nuova rilevazione,
  • il debito residuo del mutuo come risultante dal piano di ammortamento,
  • l’entità dello spread,
  • la durata residua del mutuo.

Prendendo in considerazione una tabella “grossolana” di coefficienti utile che mette in evidenza la durata residua del mutuo e la differenza di tasso, il coefficiente rilevato dall’intersezione delle celle è riferito ad un importo di mille euro.

Differenza di saggio (0,25%)Differenza di saggio (0,50%) Durata residua mutuo
0,11 euro0,22 euro2 anni
0,12 euro0,23 euro6 anni
0,12 euro0,25 euro10 anni

Esempio: supponiamo di avere un debito residuo di 90.000 euro, una durata di 10 anni, un saggio “aggiornato” al 4% in seguito ad un incremento dello 0,25%. Visionando in tabella la cella risultante dall’incrocio della durata residua, in questo caso dieci anni ed un incremento del saggio dello 0,25%, il coefficiente indicato è 0,12 euro ogni mille euro, quindi procediamo a fare la giusta proporzione: 0,12 (coefficiente) * 90.000 (debito residuo) / 1.000 = 10,8 euro, questo importo costituisce l’incremento in euro della rata di rimborso.