Prestiti per pensionati

Se sei un pensionato e necessiti di un prestito per finanziare una spesa imprevista o per affrontare un acquisto in tutta tranquillità, ricorri al prestito pensato per te; numerosi istituti di credito, società finanziarie e, pure, l’INPS è in grado di offrire una gamma variegata di offerte creditizie a saggio di interesse e con piano di ammortamento assolutamente personalizzabile in base alle varie esigenze personali e finanziarie. Inoltre, se sei un pensionato ex Inpdap e hai bisogno di un finanziamento, la soluzione migliore è quella di rivolgerti all’ente previdenziale INPS (ex Inpdap), il quale propone numerose forme di prestito personale capace di soddisfare tutte le esigenze economiche e ogni tipologia di fabbisogno finanziario, individuando sempre la modalità di restituzione del capitale ed il migliore piano di ammortamento che meglio si adatta alle esigenze del soggetto sottoscrittore. I prestiti Inpdap sono una forma di finanziamento che funzionano nella prassi commerciale in modo identico ad altre tipologie di prestito reperibile sul mercato creditizio: l’’unica differenza tra un prestito Inpdap e un prestito personale tradizionale è che l’ente erogatore del capitale sia l’Inpdap, l’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti della pubblica amministrazione e per gli ex dipendenti, ora in pensione, che abbiano versato i contributi all’Inpdap, che ora fa capo all’INPS. Vediamo le varie soluzioni creditizie reperibili nel panorama del credito.

Prestiti per i pensionati

L’anno 2017 non presenta novità particolari per quanto concerne la disciplina dei prestiti e cessioni del quinto dedicate ai pensionati, se non per qualche variazione dei saggi di interesse. Oltre agli stessi enti di previdenza, sono numerose le banche e gli istituti di credito che offrono soluzioni dedicate, convenienti ed accessibili ai pensionati. Purtroppo, non tutti i pensionati possono accedere ad  un finanziamento dato che il requisito essenziale prioritario è quello di superare il trattamento minimo, quell’ammontare minimo indispensabile che è considerato utile per garantire una vita dignitosa e decorosa al cittadino. In Italia il trattamento pensionistico minimo è di circa 501,38 euro ed è palese e naturale che una cifra così esigua non possa essere oggetto di prestito e neppure di cessione del quinto. E’ comprensibile come, quanto più la pensione sia cospicua, tanto più sia possibile optare facilmente per la dilazione del prestito. Ovvio che per chi percepisce una buona pensione possa optare per ulteriori forme di prestito piò onerose come il prestito vitalizio, dedicato a coloro che sono titolari di un patrimonio immobiliare e possono un importo massimo fino a 350.00o senza rimborsare rate e interessi nel breve periodo ma dopo la scadenza del prestito, rimanendo titolari dell’immobile. Si deve precisare che si tratta di una soluzione assai rischiosa ed onerosa, soprattutto per gli eredi, i quali saranno tenuti, dopo il decesso del contraente, a saldare interamente il prestito vitalizio per non perdere il diritto di proprietà sulla casa.

Prestiti Pensionati erogati dall’INPS

I prestiti Inpdap possono essere richiesti solo ed esclusivamente dai dipendenti, ex dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione, iscritti alla Gestione delle prestazioni creditizie sociali, e che durante il corso del loro servizio abbiano provveduto al versamento dei contributi presso l’ente nazionale di previdenza Inpdap, ora in capo all’INPS. Inoltre, per ottenere qualsiasi tipologia di prestito Inpdap non è solo necessario possedere dei requisiti economici che garantiscano il regolare rimborso rateale del capitale erogato ma è necessario essere in possesso anche di requisiti personali, qui di seguito ascrivibili:

  • età anagrafica compresa tra i 18 e i 70 anni,
  • residenza nel territorio italiano.

Come fissato e stabilito dal Regolamento pubblicato sul sito istituzionale dell’ente di previdenza INPS (ex Inpdap), sono fissate le condizioni contrattuali ed i criteri per accedere ai prodotti messi a disposizione per i dipendenti e i pensionati in servizio all’interno della Pubblica Amministrazione. Per quanto concerne la destinazione della prestazione, possono accedere alla prestazione gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali che vantino quattro anni di anzianità di servizio utile a conseguire qualunque trattamento di quiescenza, nonché quattro anni di versamento contributivo alla predetta Gestione unitaria.