Coloro che ritardano nel pagamento di più di una rata di un prestito per più di due mesi o che saltano il pagamento di tre rate o che emettono assegni scoperti vengono definiti cattivi pagatori; ciò impedisce o può impedire loro di ottenere nell’immediato od anche in futuro dei finanziamenti di qualsiasi importo. Infatti le banche e le società finanziarie, prima di concedere un prestito, effettuano delle verifiche sul soggetto richiedente, andandone ad accertare la situazione debitoria tramite il Crif (Centrale Rischi Finanziari) oppure tramite il Ctc (Consorzio di Tutela del Credito), enti preposti alla ricezione delle comunicazioni di insolvenza da parte di tutti gli istituti creditizi che divulgano le notizie “positive” e “negative” in merito alla capacità di onorare i debiti.
Consultazione della posizione debitoria
Per sapere se si risulta registrati come “cattivi pagatori” si può effettuare una richiesta di consultazione della propria posizione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia, allegando la fotocopia di un documento d’identità e consegnando il modulo presso una delle filiali, che spedirà l’esito della verifica tramite posta certificata. Presso tale ente risultano presenti tutti coloro che hanno contratto un debito per più di 30000 euro, ma solo se sono insolventi vengono definiti cattivi pagatori sulla base delle condizioni indicate precedentemente e tali rimangono per tre anni al massimo. Ci sono tempistiche differenti per il ripristino della “fama” di “buon pagatore” a seconda della gravità del mancato o ritardato pagamento delle rate mensili del finanziamento, che non possono essere accorciate né evitate qualora si incorra nella segnalazione presso un organo di controllo tra quelli già indicati.
Cessione del quinto
Anche i Sistemi di Informazioni Creditizie ogni mese raccolgono le segnalazioni delle banche e delle società finanziarie per valutare l’affidabilità di un debitore, che, se risulta appartenere alla categoria dei cattivi pagatori, può solo optare per la cessione del quinto, ossia per la trattenuta mensile di un quinto dello stipendio; agevolazione questa che per i dipendenti statali Inpdap ed Inps dà diritto ad un’erogazione del capitale più veloce rispetto ai dipendenti privati, oltre ad essere a-causale quindi non vi è la necessità di fornire una motivazione per il prestito, senza bisogno poi di ulteriori garanzie e che può servire a fronteggiare un eventuale pignoramento. Alternativamente, se non si è cattivi pagatori, si può ottenere un prestito fiduciario per avere della liquidità e non per ottenere un prestito finalizzato.
Prestito cambializzato
Un’altra possibilità per i cattivi pagatori è quella di optare per un prestito cambializzato, in presenza di un garante ed assenza di una busta paga regolare oppure ipotecando un immobile; per avere la cancellazione dal registro informatico dei protesti il debitore deve saldare il debito entro un anno dalla data di elevazione del protesto tramite richiesta di riabilitazione al presidente del tribunale; ottenuto il decreto di riabilitazione lo si deve consegnare alla Camera di Commercio per avere la cancellazione dal registro Informatico dei Protesti; se non si salda il debito o lo si fa oltre un anno dopo l’iscrizione rimane per cinque anni dalla data del protesto, per poi attendere altri cinque anni per la cancellazione automatica senza spese dall’iscrizione. Il prestito cambializzato può essere richiesto normalmente sia presso una filiale bancaria, sia presso il proprio domicilio con un agente incaricato, sia sul web senza obbligo di stipula del contratto.
Categorie a rischio insolvenza
Possono essere cattivi pagatori anche categorie già “a rischio” perché prive di garanzie, come le casalinghe, i disoccupati, gli studenti, i lavoratori autonomi, i lavoratori atipici e precari; proprio per costoro l’utilizzo della cambiale può servire a risolvere il problema di assenza di garanzie, così come il possesso di un immobile o la ricezione di un assegno di mantenimento mensile. In ogni caso è sempre bene cercare di avere segnalazioni solo positive presso gli enti preposti, al fine di non avere mai impedimenti all’ottenimento di un prestito in generale o di un mutuo in particolare.