Pensioni anticipate e precoci: le novità 2017

Con l’approvazione della Legge di stabilità 2017, il Governo è intervenuto nuovamente nel mettere mano sull’intervento previdenziale conosciuto meglio con il nome di APE, acronimo di Anticipo Pensionistico, che dal prossimo anno 2017 interesserà milioni di lavoratori, compresi quelli del pubblico impiego, divisi in tre maxi categorie:

  • disoccupati ed impiegati in lavori usuranti e lavoro notturno,
  • lavoratori interessati in piani di ristrutturazione aziendale,
  • uscite volontarie.

Per queste categorie di dipendenti si potrà andare in pensione con un massimo di tre anni in anticipo, accendendo un “mutuo” da restituire in un massimo di 20 anni. Iniziativa questa che ha un contorno sociale di agevolazione per quelle categorie di lavoratori deboli economicamente, i dettagli del dettato riformistico emergono dall’incontro delle parti politiche con i sindacati. Proprio dal 1 maggio 2017, l’APE sarà realtà e, non più una proposta ideata, per chi versa effettivamente in condizioni di bisogno: i disoccupati, i disabili, le categorie di dipendenti che sono impiegati in attività professionali faticose (maestre, operai edili, infermieri, i macchinisti e gli autisti di mezzi pesanti).

APE: obiettivo del Governo

Il pensionamento anticipato con un massimo di tre anni è possibile grazie ad un prestito garantito dalle banche e garantito dall’INPS, da rimborsare in rate mensili per 20 anni. In realtà, la lunghezza del mutuo può variare in base all’entità del prestito percepito: 20 anni è il tempo massimo previsto. Il dipendente deve accollarsi la parte della quota capitale restituendola a rate, mentre lo Stato deve coprire la quota relativa agli interessi. Il Governo ipotizza che la rata rimborsata decurta al massimo il 15% dell’importo della pensione: nella legge di stabilità 2017, il Governo ha stanziato per il capitolo pensioni, all’incirca 1,5- 1,6 miliardi di euro all’anno, 6 miliardi in tre anni.

A favore delle fasce di reddito più disagiate è prevista una detrazione fiscale per attenuare il peso della rata fino ad azzerarla per i soggetti disoccupati e per le persone che versano in gravissime condizioni economiche. A carico del soggetto beneficiario le coperture assicurative copriranno il rischio di premorienza prima della scadenza del prestito.

APE: novità anno 2017

I requisiti necessari per poter fruire ad hoc  dell’Anticipo pensionistico sono ascrivibili ai seguenti: aver superato il compimento dei 63 anni di età e trovarsi ad un lasso di tempo di 3 anni e 7 mesi dall’età necessaria per poter richiedere la pensione maturata, secondo il dettato normativo della Riforma di Elsa Fornero. Tra i requisiti economici per poter accedere all’APE sono richiesti un reddito lordo inferiore ai 1.350 euro e almeno 30 anni di contributi se soggetti in stato di disoccupazione, 35 anni se si è lavoratori attivi, 36 anni se si è lavoratori che esercitano lavori pesanti e gravosi. Potranno andare in pensione anticipata coloro con 41 anni di contributi, ovvero i lavoratori precoci che non hanno ancora 63 anni ma che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni, se disoccupati o che fanno parte delle categorie previste per l’Ape.

APE Sociale: sussidio per i disagiati fino a 1.500 euro lordi mensili

L’APE Sociale è un sussidio previsto per i lavoratori con almeno 63 anni di età ed un requisito contributivo oscillante tra i 30 ed i 36 anni, il sussidio garantisce un reddito, sino a raggiungimento della pensione di vecchiaia, fino ad un importo massimo di 1.500 euro lordi mensili per 12 mesi all’anno. Si parla di 1.250 euro netti mensili, un sussidio economico che ha intrinseca la natura di selezionare le categorie di lavoratori disagiati: chi si trova in stato di disoccupazione a seguito della perdita non volontaria del rapporto di lavoro, a condizione che abbiano terminato di fruire da oltre 3 mesi dei trattamenti di disoccupazione, chi ha un’invalidità civile pari o superiore al 74%, chi assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, chi è soggetto dipendente all’interno delle 11 categorie professionali che svolgono da almeno 6 anni in modo continuativo un’attività per la quale è richiesto un impegno rischioso (c.d lavori gravosi). Queste attività lavorative difficoltose e rischiose saranno oggetto di un intervento legislativo ed individuate meglio con un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri nei primi mesi dell’anno 2017. Il sussidio avrà natura sperimentale, coinvolgerà tutti i soggetti con almeno 63 anni di età e partirà a pieno regime dal 1 maggio 2017 fino al 31 dicembre del 2018.

APE: Dubbi sui vantaggi per i lavoratori

L’anticipo pensionistico potrebbe di fatto essere conveniente e la soluzione ideale solo per chi ha un reddito basso o per chi perde il posto di lavoro in età avanzata ma, non è ancora pensionabile. Proprio per questi ultimi che, negli ultimi tempi sono incrementati, tale ammortizzatore sociale è forse l’unica via d’uscita. Lo Stato italiano deve farsi carico del rimborso totale della rate del prestito, venendo a trasformare il prestito in un vero e proprio ammortizzatore, una sorta di “ponte” verso il mondo della pensione e l’uscita “soft” dal mondo del lavoro.