Black list o paradisi fiscali: ecco la lista stilata dall’Oxfam dei 15 più aggressivi al mondo che stanno gravemente provocando il depauperamento dell’economia dei paesi più poveri a livello globale. L’Oxfam è un’importante confederazione internazionale specializzata nell’ aiuto umanitario e nei progetti di sviluppo, composta da 18 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per rinvenire e porre in atto le soluzioni durature per contrastare l’insorgenza della povertà e dell’ingiustizia. Per quanto concerne l’etimologia “Oxfam”, esso si riferisce alla confederazione internazionale, di cui sono membri varie ONG affiliate, radicate in molti paesi, denominate con il nome “Oxfam” seguito da quello del paese. Il termine Oxfam International fa riferimento al Segretariato internazionale ed è impegnata in tre principali attività:
- Oxfam si impegna costantemente per aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di vita, fornendo loro sussidio e risorse adeguate, oltre i processi di sviluppo nel lungo termine;
- Oxfam distribuisce ed assicura l’acqua, i servizi igienico-sanitari e rifugi alle popolazioni vittime di conflitti e disastri naturali;
- Oxfam pubblica studi e report, organizza eventi e manifestazioni di informazione per influenzare le politiche economiche che cagionano la povertà e l’ingiustizia nel mondo, attiva percorsi educativi e campagne di mobilitazione, incentiva i cittadini a richiedere ai propri leader politici un maggior impegno nella difesa e nella promozione degli interessi dei ceti più poveri e socialmente a rischio di emarginazione sociale.
Proprio in questo terzo filone di attività espletate dell’Oxfam si inserisce lo studio condotto dai ricercatori dell’Oxfam volto a porre in evidenza la lista dei 15 bad paradisi fiscali di tutto il mondo: i paesi che sono citati e sono entrati a fare inevitabilmente parte di questa black list sono quelli che permettono alle società ed alle unità produttive di tutta la Terra di eludere o meglio di evadere le imposte, venendo inevitabilmente ad aggravare la posizione economica dei paesi più poveri. Fenomeni veri e propri di evasione fiscale provocati dalle azioni “pericolose” approntate dai Governi politici dei paradisi fiscali per attrarre capitali e risorse estere, mediante una politica aggressiva di riduzione notevole di tasse ed imposta per le imprese. Una strategia questa che occorre ad attrarre investimenti e che ha portato, con il tempo, a cagionare la riduzione di ricchezza e all’insorgenza di ineguaglianza e di povertà.
Report Oxfam: 15 bad black list
Ecco la lista dei 15 paesi più aggressivi al mondo, meglio conosciuti come paradisi fiscali: questa classifica è stata elaborata tenendo pienamente in considerazione i saggi sulle imposte societarie applicati, gli incentivi “scorretti” approntati dal Governi sulle tasse per attrarre investimenti e capitali esteri e pure le politiche di trasparenza finanziaria che non sempre sono intrapresi dai diversi Governi. Inevitabilmente, chi decide di scegliere questa strategia di Governo, quella di ridurre le imposte aziendali, opta per ridurre la spesa pubblica o di introdurre una qualche altra tipologia di pressione fiscale in modo tale da rendere e mettere in equilibrio i bilanci pubblici statali ed evitarne la sofferenza.
A fare le spese di questa politica assai aggressiva sono i ceti medi e quelli più poveri che si vedono a rischio di emarginazione economica e sociale: le stesse pagano il prezzo più alto a causa della presenza di fiscali che riducono le tasse alle imprese e comportano un depauperamento globale, oltre la non possibilità di fruire di servizi essenziali e primari destinati alla comunità amministrata. L’Oxfam ha rilevato che il 90% delle più grandi società del mondo ha almeno una filiale in uno dei 15 paradisi fiscali individuati nella lista.
La Black List stilata dall’Oxfam vede:
- Bermuda
- Isole Cayman
- Paesi Bassi
- Svizzera
- Singapore
- Irlanda
- Lussemburgo
- Curaçao
- Hong Kong
- Cipro
- Bahamas
- Jersey
- Barbados
- Mauritius
- Isole Vergini Britanniche
Assolutamente da notare che ben 4 territorio del Regno Unito (Isole Cayman, Jersey, Bermuda e Isole Vergini Britanniche) compaiono nella lista dei 15 peggiori paradisi fiscali al mondo, indice di una politica aggressiva del dominio britannico.