La formazione in Italia non è di certo un tema di assoluta novità, tanto che lo scenario globale delle politiche di sviluppo delle risorse umane è caratterizzato da elementi di continuità ma pure di innovazione. Vale la pena sottolineare come la formazione professionale abbia assunto un ruolo rilevante all’interno del panorama delle imprese italiane dato che riveste un ruolo di propulsore della crescita personale e professionale della risorsa umane. In un’ottica più allargata, la formazione è la conquista di un diritto umano di essere un cittadino acculturato e formato ad hoc all’interno del villaggio globale, consentendo alla società stessa di conoscere lo sviluppo del mercato del lavoro. Del resto il processo di integrazione culturale, economica, politica e sociale del nostro Paese, all’interno dell’Unione Europea, prevede l’attivazione di condizioni necessarie volte al pieno raggiungimento degli obiettivi strategici compresa la politica di formazione dei cittadini.
Che ruolo ha la formazione professionale?
L’importanza delle politiche di formazione professionale è auspicata dalla stessa Commissione Cee nel Libro Bianco che sottolinea come ”nel rilancio dello sviluppo, del ripristino della competitività e del ristabilimento di un livello occupazionale socialmente accettabile nella comunità, l’istruzione e la formazione sono senz’altro chiamate a svolgere una funzione di importanza essenziale”.
L’istruzione e la formazione possono produrre esternalità positive a tre livelli:
- lotta contro la disoccupazione grazie alla qualificazione dei giovani neofiti e della riqualificazione del personale, il cui posto di lavoro è a rischio per effetto del progresso della ricerca scientifica e tecnologica,
- rilancio dello sviluppo economico e sociale mediante il potenziamento della competitività delle imprese ottenuto mediante interventi di professionalizzazione delle risorse umane,
- incremento dei posti di lavoro per effetto di un miglioramento delle competenze umane e professionali in linea con l’evoluzione delle necessità sociali ed economiche del Sistema-Paese.
Non a caso sul Libro Bianco si legge che “a parità delle altre condizioni, laddove il livello dell’istruzione a carattere generale e quello della formazione è più elevato, i problemi di competitività e di occupazione sono meno gravi“.
Incentivi e contributi per la formazione professionale
Non si può negare sul fatto che l’iscrizione e la frequenza di corsi aziendali professionalizzanti è molto costosa, sopratutto se l’azienda ha numerosi dipendenti, ma proprio per questo i pubblici poteri sono intervenuti per consentire al nostro Sistema-Paese di crescere dal punto di vista culturale e formativo. optare per la ricerca di bandi regionali che permettono di ottenere dei contributi o incentivi per la frequenza di corsi di formazione aziendale. Questa tipologia di finanziamento a tasso di interesse agevolato permette di ottenere un capitale variabile in base al preventivo spesa da affrontare, comprendendo nei vantaggi un piano di rimborso personalizzato. Il rischio di obsolescenza del capitale umano di un intero Paese ha portato le istituzioni pubbliche a dedicare e stanziare risorse pubbliche al momento formativo; un investimento questo che, nel suo complesso, ha ritorni collettivi ed individuali.
Se fino a qualche tempo fa il finanziamento pubblico era erogato alle strutture formative, dalla fine anni Novanta, inizio del XXI secolo, la logica si è invertita spostando le risorse finanziarie dal finanziamento dell’offerta a quello della domanda. Di qui, l’introduzione del sistema dei voucher, ovvero di buoni formativi rilasciati a singoli lavoratori, su presentazione di progetti individuali valutati dall’Amministrazione regionale/provinciale di competenza per la partecipazione alle stesse attività di formazione.
La sperimentazione dei voucher dalle singole Regioni si è poi estesa capillarmente in tutto il territorio nazionale dato che il successo del sistema dei voucher consente di riconoscere un diritto soggettivo di ogni lavoratore di formarsi secondo quelli che sono i propri fabbisogni di formazione che possono anche non coincidere con quelli del settore nel quale lavora. Si delinea così una netta distinzione tra le esigenza dell’azienda e quelle del lavoratore senza escludere la possibilità che il progetto individuale sia condiviso con l’impresa. Le principali finalità perseguite dall’utilizzo di questo strumento sono quello di concedere ad ogni lavoratore di poter scegliere in base ai propri bisogni di formazione, si creare opportunità per gli individui e di stimolare l’interesse, la partecipazione e la dedizione al lavoro e, per le Amministrazioni Pubbliche, è un valido momento per sostenere l’istruzione e l’educazione delle categorie sociali maggiormente svantaggiate.
I contributi e gli incentivi per la formazione aziendale provengono da risorse comunitarie impiegate per agevolare e incrementare il processo di adattamento dei lavoratori ai mutamenti contestuali e l’aggiornamento continuo attraverso attività di formazione promosse dalla stessa azienda in cui si lavora. I programmi di formazione per i quali si richiedono i finanziamenti agevolati possono essere mirati e scelti dall’imprenditore che decide quale corso di formazione sia maggiormente adatto per aumentare le competenze dei propri dipendenti per perseguire una maggiore e migliore produzione o fornitura di servizi.
Per informazioni sui contributi e gli incentivi per la formazione aziendale a fondo perduto è consigliabile collegarsi al sito www.contributiregione.it e visionare per ogni Regione d’interesse dell’impresa i bandi e le risorse pubbliche disponibile per poter finanziare i corsi di formazione professionale ai dipendenti delle unità produttive.