Sviluppo Rurale 2014-2020: PSR e PAC

La riforma della Politica agricola comune  (Pac) in previsione per  l’arco temporale 2014-2020 porterà molteplici innovazioni e benefici a tutti gli elementi fondamentali del sostegno agricolo: i pagamenti diretti, le misure di mercato e la politica di sviluppo rurale. Tuttavia, l’intero assetto giuridico della nuova Pac rimane quella attualmente vigente con due pilastri, tre strumenti e due fondi.

Per quanto concerne il primo pilastro, esso comprende gli interventi di mercato e il regime di pagamenti diretti agli agricoltori, il secondo promuove lo sviluppo rurale; il finanziamento della Pac sarà assicurato da due fondi:

  • il Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia);
  • il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).

Vediamo in questa guida di approfondire meglio le principali novità che saranno introdotte nel corso della Politica agricola comune per l’arco temporale 2014-2020, in particolare un ruolo rilevante rivestirà il Psr (programmi di sviluppo rurale). Tra i temi principali concernente lo sviluppo rurale per la programmazione 2014-2020 si rilevano: l’ambiente, il cambiamento climatico e l’innovazione, una maggiore coerenza con le altre politiche dell’Unione Europea, una maggiore efficacia della messa in atto, attenzione alla gestione del rischio, nuovi criteri di distribuzione. Gli obiettivi dello sviluppo rurale sono ascrivibili al raggiungimento della competitività, la gestione sostenibile delle risorse naturali, sviluppo equilibrato dei territori naturali.

Sviluppo Rurale 2014-2020: priorità per lo sviluppo rurale (Psr)

Lo sviluppo rurale è diventata una priorità con la riforma denominata Agenda 2000, un programma d’azione adottato dalla Commissione europea il 15 luglio 1997, il quale costituisce un documento quadro sull’allargamento dell’Unione europea, sulla riforma delle politiche comuni e sul quadro finanziario da applicare dopo il 1999.  Il “secondo pilastro” della Pac, che promuove lo sviluppo rurale ha assunto un’importanza sempre maggiore negli ultimi intenti riformistici (riforma Fischler e Health check), grazie alle nuove risorse economico-finanziarie attribuite.

Le dotazioni economico-finanziarie della politica di sviluppo rurale sono sancite  in modo chiaro e trasparente nella proposta di bilancio dell’Unione europea per il periodo di programmazione 2014-2020, presentata dalla Commissione europea il 29 giugno 2011: secondo quanto sancito, alla politica di sviluppo rurale è stata assegnata una percentuale fissa del 24% delle risorse della Pac, con la stessa proporzione dell’anno 2013 tra il primo ed il secondo pilastro, considerando la riduzione delle risorse complessive della Pac, il budget per la politica di sviluppo rurale passato da 13,890 miliardi di euro del 2013 a 12,092 miliardi di euro del 2020, con una riduzione percentuale del 12,9%, analoga a quella del primo pilastro. Per i sette anni della programmazione 2014-2020, anche se assisteremo ad una riduzione del budget per la politica di sviluppo rurale a prezzi costanti, tenendo conto dell’inflazione che dal corrente anno 2017 tornerà a salire, per i Psr si prevede comunque sia una buona dotazione di risorse economico-finanziarie.

Sviluppo Rurale 2014-2020: obiettivi e priorità

In linea con le linee strategiche contenute in Europa 202o, la politica di sviluppo rurale (PSR) detta tre obiettivi di medio-lungo periodo (20014-2020) di triplice natura economica, ambientale e sociale ascrivibili nel raggiungimento della competitività, la gestione sostenibile delle risorse naturali, sviluppo equilibrato dei territori naturali. Obiettivi strategici che, a loro volta, si devono tradurre concretamente in sei priorità di seguito enucleabili:

  1. Trasferimento di conoscenze e innovazione, le cui azioni chiave sono stimolare l’innovazione e la base di conoscenze nelle zone rurali, rinsaldare i nessi tra agricoltura e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall’altro ed incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale;
  2.  Competitività di tutti i tipi di agricoltura e redditività aziendale, le cui azioni chiave sono incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole con problemi strutturali considerevoli, in particolare di quelle che detengono una quota di mercato esigua, delle aziende orientate al mercato in particolari settori e delle aziende che richiedono una diversificazione dell’attività, favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo;
  3. Organizzazione della filiera e gestione dei rischi, le cui azioni chiave sono una migliore integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali, uno sostegno alla gestione dei rischi aziendali;
  4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi, le cui azioni chiave sono la salvaguardia e ripristino della biodiversità, tra l’altro nelle zone Natura 2000 e nelle zone agricole di alto pregio naturale, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa, una migliore gestione delle risorse idriche, una migliore gestione del suolo;
  5. Uso efficiente delle risorse e passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima, le cui azioni chiave sono rendere più efficiente l’uso dell’acqua nell’agricoltura, rendere più efficiente l’uso dell’energia nell’agricoltura e nell’industria alimentare, favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bio-economia, ridurre le emissioni di metano e di protossido di azoto a carico dell’agricoltura, promuovere il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;
  6. Inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali, le cui azioni chiave sono favorire la diversificazione, la creazione di nuove piccole imprese e l’occupazione, stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali, promuovere l’accessibilità, l’uso e la qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali.

Come si evince le priorità annunciano una maggiore enfasi su alcuni temi principali: ambiente, cambiamento climatico e innovazione; si ritorna a conferire importanza alla trasmissione delle conoscenze e delle innovazioni nel settore agricolo e un’altra assoluta novità è la presenza degli strumenti di gestione del rischio come le assicurazioni agevolate all’interno dei Psr.