L’abolizione della Tasi vale 3,5 miliardi di euro

Con l’abolizione della Tasi (con la sola esclusione delle case di lusso) e la revisione di altri tributi l’ammontare delle tasse pagate dai cittadini si è ridotto di circa 10 miliardi di euro.

Quasi 20 milioni i contribuenti interessati dal provvedimento

Solo l’abolizione della Tasi ha un valore di circa 3,5 miliardi di euro, tenuto conto che la misura incide su circa 19,7 milioni di contribuenti proprietari di prime case. Le tasse sul mattone si confermano comunque una delle prime scelte dell’esecutivo per “rimpinguare” le tasse erariali visto che l’imposizione fiscale sul settore immobiliare pesa per circa 10,2 miliardi di euro.

Questo nonostante l’esecutivo oltre alle modifiche su Tasi e Imu abbia anche congelato gli aumenti di aliquote per le tasse locali sul mattone. L’esclusione dal pagamento delle imposte per i contribuenti proprietari di prime case non ha inciso sulla tassazione complessiva  perché l’85 % del gettito complessivo di Tasi e Imu è dovuto soprattutto al gettito garantito da seconde case, uffici e capannoni (immobili per i quali la modifica legislativa sulla Tasi non ha inciso sul gettito).

Altri tagli fatti dall’esecutivo

Altri 5 miliardi e mezzo di riduzione di imposte derivano invece da tagli sui tributi pagati dalle imprese, come ad esempio l’uscita del costo del lavoro dai calcoli per l’imponibile dell’Irap (riduzione introdotta nel 2015, che modifica l’entità dei versamenti effettuati nel 2016). Alla sforbiciata alle tasse occorre anche sommare l’effetto prodotto a regime del bonus di 80 euro, ed in questo caso la riduzione di tassazione produce effetti per circa 20 miliardi di euro.

Per il futuro l’esecutivo in materia tributaria pensa soprattutto ad agire sulle imposte sui redditi, tenuto conto che si pensa ad un taglio dell’irpef per le famiglie ed ad una riduzione dell’aliquota ires (l’intenzione è di passare dal 27,5 % al 24 % come previsto nell’ultima legge di stabilità).