Si sa come il mercato immobiliare italiano sia da molto tempo in crisi cronica, colpito e messo in ginocchio da una bolla speculativa: il tutto è iniziato con l’entrata dell’euro, l’aumento della ricchezza media, la voglia di realizzare un sogno, l’acquisto della casa di abitazione, la speculazione e la crisi edilizia, la brama di guadagno di costruttori, il tutto ha portato a costruire tante abitazioni ed edifici proprio perché, in quel momento, c’era tanta voglia di speculare nel breve termine ed i prezzi degli immobili sembravano salire vertiginosamente senza destare a fermarsi. Una corsa frenetica che subito una drammatica battuta d’arresto nel giugno 2008: da allora è arrivata la crisi finanziaria che ha azzerato e a messo in ginocchio i tanti sogni sperati ed i proprietari di casa si sono ritrovati con immobili onerosi e difficili da mantenere per le troppe tasse e spese rispetto al reale valore di mercato delle abitazioni. Insomma, una crisi cronica quella del mercato immobiliare che sembra non vedere alcuna luce in lontananza.
Mercato immobiliare: previsioni per il 2017
Ebbene sì, è difficile fare delle previsioni certe sul mercato immobiliare; quello che però sembra confermarsi per quest’anno 2017 è che i prezzi delle case continueranno a decrescere e le vendite aumenteranno. Perché? Per capire le spiegazioni di quanto sta accadendo sul mercato immobiliare, interessante è l’analisi di Ezio Bruna del Centro Studi Finanza Immobiliare e docente di economia e finanze al Politecnico di Torino. Secondo Bruna i fattori che continueranno ad incidere in maniera negativa sul mercato real estate sono “la curva demografica e la riforma delle pensioni. In Italia l’82% della popolazione vive già in una casa di proprietà e le nuove famiglie, alle prese con un mercato del lavoro difficile e l’erogazione di mutui bloccata, non potranno comprare casa. Sul lato delle pensioni, poi, sempre più persone tra i 60 e i 67 anni si troveranno con dei redditi più bassi, per la perdita del posto di lavoro, un nuovo regime part time o forme di esodo volontario senza stipendio. In pochi anni in molti dovranno vendere la nuda proprietà o le seconde case. È evidente che l’offerta supererà la domanda”.
Le conseguenze sul mercato immobiliare sono inevitabili, argomenta Bruna: “Fermo restando che una parte del mercato, ovviamente, continuerà a funzionare, in Italia avremo un fenomeno che in America si chiama “house rich, cash poor”: ricchi di case, poveri di redditi. Pensiamo a quanti immobili, magari in pessime condizioni, saranno ereditati nei prossimi anni, da chi non avrà dei redditi sufficienti a mantenerli. Se tutti li mettessero in vendita l’offerta aumenterebbe ancora, quindi l’unica possibilità verranno dal mercato dell’affitto. Sempre che nel frattempo l’economia si riprenda e i giovani non se ne vadano tutti all’estero. Ritengo che siamo di fronte a un cambio di paradigma epocale: la casa diventerà un bene d’uso e non un bene rifugio da lasciare ai figli. È probabile che la legge a cui ci siamo abituati negli ultimi decenni, ossia che la casa nel lungo periodo non perde mai valore, non funzionerà più.”