Mobilità: cosa cambia dal primo gennaio 2017

Anno nuovo, vita nuova!”, lo dice anche il popolare detto e questo prossimo anno 2017, ormai alle porte, di cambiamenti ce ne saranno ancora molti tra cui la scomparsa dopo ben 25 anni dell’indennità di mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo. Scatta il 1° gennaio 2017 una nuova ennesima disposizione della tanto famigerata riforma del lavoro, la legge Fornero: scompare definitivamente la mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo; viene eliminata l’indennità spettante ai lavoratori licenziati da imprese del settore secondario con più di 15 dipendenti. L’unico assegno di disoccupazione erogato e spettante a chi si trova in stato di disoccupazione è la Naspi la cui durata è sempre più breve della mobilità; inoltre l’assegno spettante potrà essere pari all’importo del 75% dello stipendio medio degli ultimi 4 anni, il cui ammontare andrà scemando ogni mese.
Solo chi è stato messo in mobilità per il 2016 continuerà a percepire l’ammontare come da precedente assegno e non sarà più possibile erogarne ex novo.

Addio Mobilità: dal 1 gennaio 2017 cambiano le cose

Come ha spiegato in dettaglio la Uil: “Dal prossimo anno verranno meno anche gli incentivi alle assunzioni per coloro che, licenziati quest’anno, continueranno a percepire l’indennità di mobilità anche nel 2017. Gli sgravi riguardavano le assunzioni di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità indennizzata. La contribuzione previdenziale a carico dell’azienda era pari a quella degli apprendisti, per la durata di 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato e 12 mesi in caso di tempo determinato. A ciò si aggiungeva un contributo mensile, pari al 50% dell’ indennità non ancora percepita per un periodo di 12 mesi per persone under 50 anni; 24 mesi per gli over 50; 36 mesi over 50 anni residenti nel Mezzogiorno e nelle aree ad alto tasso di disoccupazione“.

Mobilità: categorie di lavoratori che rischiano di perdere il sussidio

Secondo le stime e le previsioni della Uil i lavoratori che rischiano di perdere gli sgravi sono circa 185.000 (104.000 residenti nelle Regioni del Nord, 37.000 residenti nelle Regioni del Centro, 44.000 residenti nelle regioni meridionali). “Per queste persone“, fa sapere la Uil, “a partire dal prossimo anno 2017 sarà più difficile, soprattutto al Sud e Isole, ricollocarsi nel mondo del lavoro.
Fino alla fine del 2014 il lavoratore del Sud over 50 anni licenziato poteva avere fino a 48 mesi di indennità di mobilità, nell’anno 2015 e nel 2016 si è passati da 36 mesi a 24 mesi. Per il 2016 il sussidio continua ad essere a 12 mesi per chi ha meno di 40 anni, 18 per chi ha tra i 40 e i 49 anni al Sud o per chi ne ha più di 50 al Nord e 24 se si hanno più di 50 anni e si risiede al Sud.