Cessione del quinto con contratto di solidarietà: le cose da sapere

Sei un lavoratore assunto con contratto di solidarietà e hai la necessità di richiedere un importo per fare fronte a spese urgenti o per acquistare un bene o un servizio? Puoi anche optare per la richiesta della cessione del quinto sullo stipendio mensile netto: ecco i requisiti e le garanzie che si devono apportare e come procedere per ottenerla per chi è assunto come dipendente con contratto di solidarietà. Il contratto di solidarietà è un negozio giuridico sempre più diffuso in questo periodo di crisi economica, in cui si cerca continuamente di trovare nuovi modi per crescere economicamente.

Cessione del quinto: dipendenti con contratto di solidarietà

La cessione del quinto è una forma di prestito che consente anche a coloro che si ritrovano in una situazione economica non florida, tale da rendergli difficile l’accesso al mercato del credito, di poter fruire di una forma di finanziamento di maggiore garanzia per gli Istituti bancari. Infatti, la cessione del quinto viene trattenuta direttamente in busta paga, senza dover procedere al rimborso di bollettini postali o pagamenti mediante RID: è il datore di lavoro che opera la detrazione della somma dovuta dallo stipendio netto mensile del suo dipendente sottoscrittore per effettuare il versamento all’Istituto creditizio ed erogante la cessione del quinto.

La cessione del quinto è un prestito personale non finalizzato, in quanto il soggetto beneficiario del finanziamento non deve giustificare la destinazione e la finalità del capitale richiesto, ha la possibilità di estinguere il contratto di cessione del quinto dopo aver provveduto a pagare la somma del capitale residuo. Nel caso in cui il dipendente voglia richiedere un’operazione di cessione del quinto e, sia assunto con contratto di solidarietà, il prestito è possibile entro certi limiti che sono degni di essere esposti.

In genere, quasi tutti gli Istituti finanziari e creditizi rifiutano la richiesta di cessione del quinto da parte dei dipendenti, assunti con contratto di solidarietà, una forma contrattuale stipulata in casi di difficoltà economiche dell’azienda, comportando una limitazione ed un più elevato rischio nella garanzia di recupero del capitale erogato. Maggiore rischio che si copre con una polizza assicurativa vita e per il rischio impiego del contraente che, nel caso di perdita del posto di lavoro, verrebbe a gravare sulla Compagnia assicurativa, dietro il pagamento del premio assicurativo.

Tuttavia, però, negli ultimi tempi, molte agenzie creditizie ed istituti di credito accettano la cessione del quinto anche ai dipendenti assunti con contratto di solidarietà per venire incontro alle esigenze dei clienti e dei lavoratori in un periodo nero di crisi economica. Inoltre, questi players del credito possono distinguersi dalla concorrenza ed accrescere gli introiti del loro business: la regolare restituzione del capitale erogato è garantita dalla detrazione automatica sullo stipendio netto mensile, oltre che dalla possibilità di esercitare l’azione di rivalsa sul premio assicurazione o sul TFR del lavoratore inadempiente.

Questa particolare tipologia di prestito non finalizzato si caratterizza per il vantaggio economico di beneficiare di un tasso di interesse fisso per tutta la durata del prestito che non può superare i 120 mesi (10 anni). La rata mensile che rimane costante per tutta la durata del prestito non deve essere superiore ad 1/5 dello stipendio, onde evitare di esporre il contraente ad un appesantimento debitorio. Nella prassi, gli istituti di credito che accettano la cessione del quinto per i soggetti dipendenti assunti con contratto di solidarietà, richiedono che il lavoratore sia impegnato per un massimo di 40 ore lavorative settimanali; inoltre, la durata del contratto di solidarietà può avere una durata minima di 3 anni e una durata massima di 10 anni, in base alla situazione lavorativa del dipendente e dell’azienda.

Dato che la rata mensile non può superare 1/5 dello stipendio (20% della retribuzione netta) il capitale massimo erogabile in fase di finanziamento deve essere direttamente proporzionale:

  • allo stipendio netto mensile,
  • alla situazione economica in cui versa l’azienda.