La cessione del quinto rappresenta una delle possibili risposte approntate dal sistema creditizio di fronte al grave problema rappresentato da alcune fasce di clienti che a volte non trovano grandi accoglienze, come ad esempio gli over 65, si tratti di lavoratori o pensionati, oppure i cosiddetti cattivi pagatori.
Proprio per questo motivo e per non escludere fette di utenza che rischiano di allargarsi a dismisura, sono state varate nuove formule in grado di costruire un ponte tra le esigenze di questa particolare clientela e quelle di un settore che vede messa a repentaglio la sua sicurezza dalla ormai annosa questione dei cosiddetti crediti incagliati.
Tra le proposte reperibili sul mercato va ricordata anche quella formulata da Poste Italiane, ovvero Quinto BancoPosta, disegnata al fine di rispondere alle esigenze di lavoratori a tempo determinato e ai militari che fanno parte dell’Arma dei Carabinieri. Andiamo dunque a scoprire le sue peculiarità.
Il funzionamento di Quinto BancoPosta
Quinto BancoPosta è il prestito personale per i Dipendenti Pubblici, statali e le Forze Armate, per tutti i pensionati INPS, per i Dipendenti di Grandi Imprese Private, con la pratica formula della rata trattenuta direttamente sullo stipendio o sulla pensione.
Il funzionamento del prestito personale con la formula del quinto non differisce da quello dei prodotti tradizionali già presenti sul mercato.
Per quanto riguarda il capitale erogato esso viene calcolato sulla base del reddito mensile dell’interessato, per cui più alta sarà la sua retribuzione mensile e più elevata sarà la somma concessa.
La durata contrattuale può variare da un minimo di tre anni a un massimo di dieci, ovvero da 36 a 120 rate mensili. Il rimborso avviene in automatico, tramite una detrazione operata alla fonte, ovvero sullo stipendio o sulla pensione.
I requisiti necessari per poter richiedere Quinto BancoPosta
La vera particolarità della soluzione approntata da Poste Italiane consiste proprio nel fatto che Quinto Banco Posta può essere ottenuto anche da categorie abitualmente escluse dal credito a consumo, a causa dei problemi avuti nel passato. Una categoria cui appartengono i cattivi pagatori e i protestati: i primi sono coloro che hanno ritardato nel pagare una o più rate di un precedente finanziamento, venendo magari segnalati in una delle banche dati (la più nota è quella del CRIF) create appositamente, mentre i secondi sono stati addirittura costretti a cessare il piano di rientro concordato, per la pratica impossibilità di onorarlo.
Per ottenere, quindi, la soluzione per il quinto di Poste Italiane occorre un requisito essenziale, ovvero un contratto a tempo indeterminato con relativo stipendio mensile. Proprio la busta paga, per ovvi motivi, è la garanzia pretesa dall’ente erogante per concedere il finanziamento.
Un secondo requisito è poi quello relativo all’anzianità di servizio, che deve andare dai 3 mesi ai 43 anni per gli uomini, con un anno in meno sul secondo parametro per le donne.
Piano di rientro: il tasso di interesse
Come abbiamo già avuto modo di ricordare, il piano di rientro prevede rate mensili che vengono riscosse in automatico da Poste Italiane.
Altro motivo di grande interesse è però quello derivante dalla particolare convenienza di Quinto BancoPosta, il cui tasso di interesse è attestato al 6,5% annuo, ovvero quasi due punti percentuali in meno rispetto alle formule simili prospettate dalla concorrenza.
A questo primo vantaggio va poi aggiunta l’assenza di spese accessorie o di commissioni collegate alla stipula del contratto, che sono invece presenti in casi analoghi.
La documentazione da presentare
Naturalmente chi richiede la soluzione per il quinto di Poste Italiane deve allegare alla domanda la documentazione, che differisce lievemente in base alla tipologia del richiedente.
Nel caso di un dipendente pubblico, è necessario presentarsi personalmente presso uno degli sportelli postali disseminati lungo il territorio nazionale recando con sè un documento d’identità ancora valido, la tessera sanitaria e l’ultima busta paga.
Nel caso si tratti di un dipendente degli enti locali deve inoltre produrre l’Attestato di Servizio o il Certificato di Stipendio, mentre nel caso dei Carabinieri occorrono le ultime due buste paga, da unire all’Attestato di Servizio.
Per quanto riguarda poi i pensionati, Inps o Inpdap, essi devono a loro volta presentare il CUD, oppure il cedolino pensionistico.
La polizza assicurativa
Infine, va ricordato come Poste Italiane richieda una ulteriore garanzia ai sottoscrittori della sua proposta, ovvero la stipula di una assicurazione vita e rischio impiego. Una richiesta del tutto logica, poiché in tal modo l’ente erogante si mette al sicuro dai possibili rischi di un licenziamento o, peggio ancora, di un decesso improvviso, a seguito del quale diverrebbe impossibile il rientro della cifra erogata con corrispondenti interessi.
Ove però il capitale concordato con l’impresa assicurativa non fosse in grado di coprire per intero il finanziamento, il capitale restante potrà essere coperto dal Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Una soluzione, quest’ultima, naturalmente non possibile per chi abbia deciso di aderire all’ipotesi del TFR in busta paga.