Cessione del quinto per dipendenti e pensionati INPDAP

Molto spesso per realizzare un sogno, oppure per rispondere ad un’emergenza si ha la necessità di denaro. Se non si ha a disposizione la liquidità necessaria, l’unica soluzione è rappresentata da un prestito.
Gli istituti finanziari per concedere una qualsiasi somma di denaro hanno bisogno di garanzie. Devono poter rientrare del credito concesso. Per questo è più importante dimostrare di essere in grado di ripagare il debito, piuttosto che spiegare l’obiettivo che si vuole raggiungere con i soldi richiesti.

Un pensionato o un dipendente della pubblica amministrazione potrebbero non avere grandi risorse materiali, ma, grazie a strumenti studiati appositamente, possono contare sulla propria pensione o sul proprio stipendio.
La cifra necessaria può essere messa subito a disposizione e rimborsata a rate.
Con le convenzioni tra l’ex INPDAP, l’Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, ora INPS per i dipendenti pubblici, e diversi istituti bancari e finanziari c’è la formula della cessione del quinto della pensione o dello stipendio. Un modo per risolvere il problema e non pesare troppo sul bilancio familiare.

Si cede un parte delle somme mensili percepite a fronte del denaro necessario per affrontare le spese importanti ed urgenti.

Quali sono le caratteristiche del prestito per gli ex-INPDAP?

I vantaggi offerti dalle convenzioni consentono di usufruire di particolari condizioni. Queste permettono di caratterizzare i finanziamenti con alcuni elementi da considerare seriamente.
– Accessibilità: non servono garanti, ma solamente la propria firma e non vi sono ostacoli anche se si hanno già altri finanziamenti in corso oppure dei disagi finanziari;
– semplicità: non serve comunicare il motivo per cui si richiede il prestito;
– comodità: non ci si deve preoccupare di bollettini e scadenze, il datore di lavoro, pubblico, prevede direttamente a trattenere la somma dovuta ed a trasmetterla all’istituto bancario;
– tranquillità: le rate sono fisse, evitando così variazioni che potrebbero determinare salassi. L’importo si decide alla firma del contratto e viene mantenuto fino alla fine;
– flessibilità: si può scegliere di diluire il rimborso nel tempo, con un minimo di 24 rate ed un massimo di 120 rate;
– sicurezza: la copertura assicurativa supporta il cliente e si paga all’interno della rata.

Nei prossimi passaggi si possono approfondire i differenti fattori che contraddistinguono i prestiti con la cessione del quinto. Per ogni informazione aggiuntiva si può fare riferimento al sito istituzionale dell’INPS.

Come funziona la cessione del quinto?

Non si pagano le rate mensili utilizzando i bollettini, ma si ha una trattenuta fatta in automatico nella pensione o nello stipendio. Si tratta di un metodo rapido e comodo per rimborsare il finanziamento ricevuto e naturalmente, attraverso questa via, si assicura l’istituto che eroga il credito di rientrare. La tempistica di ottenimento del denaro in prestito si accorcia per questa ragione.

La formula della cessione del quinto è una formula diffusa anche nel settore privato, tuttavia le condizioni del pubblico impiego sono agevolate.

Come si richiede la cessione del quinto?

Per i dipendenti e pensionati ex-INPDAP l’accesso a questa pratica consente di avere una rata, come detto direttamente addebitata nel salario o nella pensione mensile, che non può superare un quinto della somma percepita dall’ente previdenziale.
La particolarità della richiesta è che chi appartiene al regime ex-INPDAP può semplicemente utilizzare il web per presentare la propria istanza. Una procedura guidata faciliterà il compito.

Prima di procedere con la richiesta si deve leggere attentamente ogni informazione contenuta sul sito internet dedicato. Le notizie contenute permettono di capire se sia fattibile o meno, a seconda delle esigenze del richiedente e della sua situazione. Ci sono dati sugli importi delle rare e le diverse caratteristiche della cessione del quinto della pensione o dello stipendio. Si calcola così anche se la parte rimanente, sottratta la rata, sia sufficiente per affrontare i costi quotidiani della vita, senza dover far fronte ad altre problematiche dovute alla riduzione della somma mensilmente percepita.

A questo punto ci sono due azioni da intraprendere:
a) si deve presentare istanza alla direzione Centrale del Credito per poter avere le credenziali di accesso, ovvero il codice pin e la parola chiave. Si può così entrare nella pagina personale di dipendente o pensionato ex-INPDAP sul portale INPS, dedicato ai dipendenti della pubblica amministrazione. Il sito web di riferimento per trovare il proprio profilo lo trovate su questa pagina;
b) si verifica la quota cedibile, come detto non può superare un quinto della somma percepita ogni mese. L’importo verrà trattenuto dall’ente per rimborsare il prestito ricevuto dal richiedente.
Ovviamente internet non è l’unica modalità, infatti è sempre attivo il canale tradizionale.

Chi può richiedere il prestito cedendo il quinto?

Coloro che lavorano o hanno lavorato per ministeri, enti ed aziende dello Stato possono approfittare dell’opportunità a loro dedicata di ottenere un prestito non finalizzato. Così viene definita la cessione del quinto. Non vi è alcun obbligo di dichiarare la motivazione per cui si chiede di avere del denaro e possono tranquillamente rimborsare la somme ricevuta dall’istituto di credito con le trattenute. In questo caso è il datore di lavoro a provvedere, destinando un quinto del salario o della pensione all’istituto stesso.

Chi ha un contratto a tempo determinato non è escluso dalla possibilità di ottenere un prestito. In questo caso, però, c’è un limite temporale. Il rimborso deve avvenire prima della scadenza del rapporto di lavoro. Un modo per garantire chi eroga il finanziamento di rientrare della somme erogata.

Ci sono semplici parametri che aiutano a comprendere meglio come funziona la tempistica.
1. I dipendenti a tempo indeterminato possono cedere il quinto con un rimborso rateale tra i 24 ed i 120 mesi.
2. Chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato cede il quinto rimborsando la somma ricevuta in un tempo massimo uguale alla durata del contratto stesso.
3. I pensionati cedono il quinto con una rateizzazione fino a 120 mesi, ma godono di un trattamento particolare nel calcolo degli interessi. Tra i 65 e gli 80 anni si accede ad una valutazione di rischio differente, che varia da un istituto finanziario ad un altro. Più avanti si vedrà come.

Quanto si può richiedere con la modalità di cessione del quinto?

Oltre alle regole ed alle modalità bisogna badare alla sostanza, per capire la convenienza o meno del prestito per dipendenti e pensionati ex-INPDAP.
Non ci sono limiti alla richiesta, ma la cifra che si può ottenere dipende dallo stipendio o dalla pensione. La rata mensile non può eccedere il 20% del salario o della pensione percepiti.
Questo aiuta fa fare qualche valutazione.

1. Il dipendente a tempo indeterminato ha l’opportunità di ottenere gli importi maggiori, in proporzione all’entità del salario ed alla durata del contratto, che in questo caso riguarda gli anni mancanti alla pensione. Il tempo massimo per il rimborso è di 10 anni. Se si deve lavorare almeno per 120 mesi, sicuramente si hanno più possibilità.
2. Il lavoratore con la durata limitata del proprio contratto è vincolato nella scelta del finanziamento, in base alla tempistica per il rimborso. Ovviamente la cifra che viene erogata è proporzionale al 20% dello stipendio netto.
3. Il pensionato può fare istanza fino ai 65 anni ed anche in questo caso il capitale si basa sul quinto calcolato sulla cifra netta della pensione.

Quali sono le modalità con cui viene erogato il finanziamento?

La parola chiave è trattenuta. Anche in questo caso il quinto viene prelevato in relazione al contratto lavorativo o al trattamento previdenziale.

Ci sono tre modalità:
a) una rata fissa uguale al quinto dello stipendio netto viene detratta automaticamente dal salario;
b) una rata fissa che impegna i due quinti dello stipendio netto, e viene trattenuta automaticamente. In questo caso viene corrisposto il 40% del salario che si riceve mensilmente;
c) una rata fissa corrispondente al 50% del salario netto che viene detratta dallo stipendio. In questo caso si attua il prestito delega.
Queste ultime due modalità derogano la regola principale della cessione del quinto, ma sono adottate solamente per i dipendenti a tempo indeterminato e con salari di un’entità elevata.

Quali documenti vengono richiesti per l’autorizzazione del finanziamento?

Non è molto difficile ottenere credito e non sono necessari particolari atti da trasmettere. Ci vogliano solamente le certificazioni a dimostrazione dello stato lavorativo di chi presenta l’istanza.
Vanno presentati:
– lo stato di servizio e la dichiarazione busta paga;
– l’ultima busta paga ricevuta oppure l’utlimo cedolino pensionistico;
– un documento d’indentità valido;
– la certificazione di avere diritto alle agevolazioni INPDAP.
Con l’erogazione del finanziamento si è obbligati a sottoscrivere una polizza assicurativa sulla vita e sulla perdita dell’impiego. Una garanzia non solo per l’istituto finanziario, ma anche per i contraente e per i suoi familiari ed eredi in caso si verifichi una scomparsa prematura.

Ci sono due modalità di copertura del prestito da parte della compagnia di assicurazione.
La copertura sulla vita implica il pagamento delle rate mancanti per concludere il rimborso previsto contrattualmente senza alcuna preoccupazione per i congiunti.
La copertura inerente la perdita d’impiego, a seconda delle cause, prevede l’opzione che la compagnia si rivalga sul trattamento di fine rapporto del dipendente che ha beneficiato del prestito.

Quali sono i tassi di interesse previsti per la cessione del quinto per dipendenti e pensionati INPDAP?

Tra i vantaggi riservati ai dipendenti ed ai pensionati del pubblico impiego ci sono le particolari condizioni sui tassi d’interesse.

Le principali banche che concedono questa tipologia di prestiti e che sono convenzionati con l’ente, consentono di usufruire di percentuali abbastanza basse, rispetto alle condizioni di mercato. Ovviamente pesa la garanzia di regolarità ed affidabilità del rimborso.

Sono riportati alcuni esempi indicativi, da verificare puntualmente per gli eventuali aggiornamenti delle banche convenzionate. Il calcolo esemplificativo è stato fatto su prestiti decennali.

Il primo caso da citare è la Banca Popolare, che offre i tassi più bassi, pari all’8,40%. Per chi ha un’età compresa tra 65 e 80 anni ed è ovviamente in pensione il tasso scende all’8,25%. Su questo aspetto si deve sottolineare che è l’unico caso in cui i pensionati possono contare su un tasso più basso rispetto a quello dedicato ai dipendenti. Solitamente è l’opposto.

Banca Popolare di Vincenza offre un tasso del 9,43% per i dipendenti e del 10,78% per i pensionati. La Banca Nazionale del Lavoro propone ai dipendenti un tasso di interesse del 9,87%, mentre ai pensionati riserva il 10,45%. Deutsche Bank ha un tasso del 9,89% destinato ai lavoratori e del 10,78% ai chi è ritirato dal lavoro.

Poste Italiane segue gli stessi tassi proprosti dalla banca tedesca. Segue la stessa linea anche Prestitalia. Compass e Monte dei Paschi di Siena si distinguono per essere, tra le banche convenzionate valutate, le più care. Il tasso per i dipendenti è pari al 9,91%, mentre per i pensionati con età compresa tra i 65 e gli 80 anni si arriva al 10,80%.
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