Sei stato segnalato al Crif come cattivo pagatore ma hai bisogno di un finanziamento urgente? Nonostante questa segnalazione potresti chiedere un prestito grazie alla cessione del quinto, cioè ad un finanziamento garantito dal tuo stipendio dove l’Istituto creditizio tratterrà la propria rata.
In caso di mancato pagamento di un finanziamento o di insolvenza di una o più rate di un prestito personale, si può essere segnalati al Crif ed essere così considerati dei cattivi pagatori o essere protestati. Questo significa il cattivo pagatore in questione non riuscirà ad ottenere facilmente un secondo finanziamento in quanto considerato, appunto, non capace di far fronte alla restituzione della somma. Essere bollato come “non pagatore” rende molto difficoltosa la richiesta di un finanziamento, questo perché ogni Istituto creditizio è collegato ad una grande banca dati, il Crif, che tiene conto del passato finanziario di qualsiasi persona o soggetto che ha richiesto un prestito, permettendo ad ogni banca abbia di verificare velocemente lo status del suo potenziale cliente e negare o meno l’erogazione del prestito.
La prima segnalazione al Crif avviene decorsi 15 giorni dall’avviso: in questo lasso di tempo si può corrispondere l’importo dovuto ed evitare così la segnalazione che, una volta avvenuta, necessita di una successiva cancellazione e di un lungo periodo di attesa prima di poter di nuovo richiedere un nuovo prestito.
Purtroppo per chi riceve questa segnalazione comporta la registrazione nella banca dati del Crif, si impedisce il ricevimento di un prestito fino a che il soggetto in questione non viene cancellato. In attesa che il proprio nominativo venga di nuovo “riabilitato” è possibile chiedere un prestito tramite la cessione del quinto, cioè il 20% del proprio salario al netto delle trattenute.
Chi può richiedere la cessione del quinto? Questa modalità di prestito è richiedibile da ogni tipo di soggetto, anche se il suo nome compare all’interno della banca dati del Crif, proprio perché la restituzione del capitale erogato avviene attraverso una modalità che non si affida al soggetto richiedente, ma al datore di lavoro, che trattiene la rata direttamente dalla busta paga. Il debitore riceverà quindi, mensilmente, la propria busta paga direttamente al netto della rata, senza dover compilare bollettini o effettuare bonifici.
Questa possibilità presenta però alcuni punti da tenere a mente:
- Può essere richiesto da dipendenti che hanno uno stipendio fisso e continuativo ed almeno 5 anni di servizio o anzianità;
- La possibilità di rinnovare, ovvero di richiedere un’altra cessione del quinto e non quindi di prorogare il prestito con il numero delle rate, è in rapporto al numero delle rate che si sono già corrisposte, cioè il tempo di ammortamento trascorso dalla prima richiesta del prestito;
- L’assicurazione vita e contro rischio impiego è obbligatoria e nessun altro soggetto può dare una garanzia per tale rischio tramite la propria persona: la cessione del quinto prevede, all’atto della sottoscrizione del contratto, la stipula di una polizza con copertura contro decesso e perdita della posizione lavorativa che garantisce il pagamento delle rate del prestito.
Nel caso in cui non vi sia la possibilità di pagare, per qualsiasi motivo, e si è sottoscritta una cessione del quinto del proprio stipendio o della pensione, il datore di lavoro è comunque costretto a detrarre la somma dovuta dalla busta paga, ma vi sono anche delle limitazioni nel pignoramento e nel sequestro, nel malaugurato caso in cui si risulti insolventi.
In conclusione, perché scegliere la formula della cessione del quinto come finanziamento?
- È possibile richiederla nonostante la segnalazione al Crif;
- È affidabile per quanto riguarda la regolare restituzione delle rate, che dipende dal datore di lavoro che detrae direttamente la somma dovuta dalla busta paga del debitore. Però, nel caso in cui la busta paga del dipendente venisse sospesa a causa di licenziamento, cessazione, dimissioni o aspettativa, il datore di lavoro è sollevato dall’incarico di pagare la rata del prestito.