Quando si ha bisogno di liquidità, la cessione del quinto è una tipologia di finanziamento che può adattarsi a molteplici situazioni. Si tratta di una soluzione di credito che, allo stesso modo di un prestito personale, permette di ottenere un importo da rimborsare comodamente mese dopo mese. La cessione del quinto può suddividersi in diverse sottocategorie, a seconda dei beneficiari che ne usufruiscono. Scopriamo quali sono, ma non prima di aver chiarito fino in fondo in cosa consiste esattamente questo prodotto.
Come funziona la cessione del quinto?
Il termine un po’ particolare racchiude l’essenza di tale finanziamento. Il “quinto” a cui si riferisce è la quinta parte del netto dello stipendio o della pensione, che è l’importo massimo ceduto mensilmente come rata del piano di ammortamento. Chi verserà la somma in questione sarà dunque il datore di lavoro o l’istituto previdenziale del beneficiario, che tratterrà dalla busta paga o dal cedolino della pensione la quota adibita al saldo del debito.
Chi può richiedere la cessione del quinto e con che documentazione?
Come anticipato, la cessione del quinto è un procedimento a cui possono accedere molteplici profili professionali.
- Dipendenti pubblici o statali.
- Dipendenti privati.
- Pensionati.
Ecco la documentazione da allegare alla richiesta:
- Documento di riconoscimento vigente.
- Codice fiscale.
- Comprovante della posizione lavorativa o pensionistica.
- Certificato dello stipendio, rilasciato dall’ente o azienda al lavoratore pubblico.
- Ultima busta paga o ultimo cedolino della pensione.
- Certificato di benestare dell’azienda, che si compromette a versare puntualmente le rate del debito.
- Delega a favore del datore di lavoro o dell’istituto previdenziale, perché possa detrarre l’importo pattuito.
Le tipologie di cessione del quinto
Ciascuna variante di cessione del quinto è in funzione del profilo del richiedente. A seconda della situazione finanziaria e della posizione lavorativa, il finanziamento avrà una certa modalità di erogazione e rimborso.
Dipendenti o pensionati INPDAP
I beneficiari hanno fino a 65 anni e appartengono a enti o aziende statali. Le possibili soluzioni si adattano alle più svariate esigenze, dalla formula in 24 mesi a quella più impegnativa in 10 anni, riservata alle somme più elevate.
Lavoratori a tempo determinato
Il piano di ammortamento non può essere superiore alla durata del contratto di lavoro. Si richiede obbligatoriamente la sottoscrizione di un’assicurazione sulla vita e rischio impiego. La finalità di tale misura è che in caso di decesso o perdita del lavoro, i famigliari o eredi non finiscano per addossarsi l’estinzione del debito.
Neoassunti
Chi ha appena firmato un contratto, sia questo atipico o precario, può comunque accedere al finanziamento. La condizione è che la durata del rimborso non eccedi quella del contratto. Per quanto riguarda il capitale erogabile, dipenderà da fattori legati all’azienda, come dimensioni e numero di dipendenti.
Protestati e cattivi pagatori
Con questa dicitura si indicano i debitori con macchie nella propria storia creditizia. La loro posizione non viene considerata differente dai lavoratori a tempo determinato. L’unico particolare è che viene richiesta la disponibilità del TFR, così che l’istituto di credito possa rivalersi in qualche modo in caso di insolvenza.
Cassintegrati
Che succede se a finanziamento già avviato il lavoratore viene mandato in cassa integrazione? Il contratto di cessione del quinto verrà ridefinito riducendo l’importo della rata. Le opzioni saranno o aumentare la durata del rimborso o adeguare la quota capitale mensile alla nuova disponibilità reddituale.
Tali modifiche vengono applicate soltanto nel caso in cui il lavoratore abbia subito una decurtazione dello stipendio di almeno un terzo, ovvero il 33%. Se al contrario la riduzione è superiore al 50%, il cassintegrato potrà ottenere la sospensione della rata fino a reintegrazione o rioccupazione.
Come scegliere? Qualche utile consiglio
Avete individuato la tipologia che fa per voi: benissimo. Ora non resta altro che prepararsi al meglio per poter scegliere in modo intelligente la soluzione che più soddisfa le vostre esigenze economiche. Innanzitutto teniamo a mente che l’importo massimo erogabile dipende da alcuni fattori:
- Anzianità lavorativa.
- TFR accumulato.
- Retribuzione o pensione mensile.
All’aumentare degli anni di servizio e di conseguenza del TFR maturato, la banca sarà più propensa a concedere importi elevate, potendo in effetti valersi di maggiori garanzie.
Attenzione che sebbene teoricamente la somma massima concessa sia il quinto dello stipendio, alcuni istituti sono disposti a superare tale limite. Nel caso in cui sia questa la vostra intenzione, assicuratevi di poter far fronte a un tale impegno economico per tutta la durata del piano di ammortamento.
I fattori da considerare
La chiave di una buona scelta consiste nel confrontare diverse offerte per individuare la migliore per le vostre necessità. Gli elementi da considerare con particolare attenzione sono i seguenti:
- TAN (Tasso Annuo Nominale)
Mero tasso di interesse applicato all’importo lordo del finanziamento. - Spese accessorie
Sono i costi secondari del finanziamento. Comprendono le spese di isrtuttoria (per le valutazioni del caso da parte dell’istituto di credito), le spese assicurative obbligatorie e le commissioni bancarie. - TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale)
A differenza del TAN, il TAEG rappresenta il vero indicatore del costo complessivo del finanziamento. Comprende pertanto le spese accessorie appena menzionate. - Dettagli del piano di ammortamento Capitale erogato, durata del rimborso e importo della rata sono i tre parametri fondamentali per valutare l’effettiva capacità di far fronte al debito che si sta per contrarre.
Scelto con cura l’opzione che fa per voi, la cessione del quinto può sicuramente rivelarsi un tipo di finanziamento vantaggioso. Perché? I punti a favore sono la maggiore facilita di ottenere il consenso della banca (si tratta, dopotutto, di un finanziamento con maggiori garanzie di un qualunque prestito non finalizzato) e il fatto di non doversi occupare in prima persona del rimborso.