Cessione del quinto per protestati e cattivi pagatori: tutto ciò che c’è da sapere

La cessione del quinto è la soluzione più semplice e rapida per coloro che non possono accedere ad altre tipologie di finanziamento e sono soggetti protestati e segnalati come ritardatari nei pregressi rimborsi di finanziamenti, per cui l’istituto concedente la cessione del quinto si soddisfa maggiormente e si garantisce per mezzo dell’automatica e diretta detrazione della rata di rimborso dallo stipendio. Infatti, l’automatica trattenuta della rata di rimborso mensile dalla retribuzione del dipendente, soggetto sottoscrittore del contratto di cessione del quinto, costituisce la canonica garanzia per adempiere il regolare pagamento anche per coloro che sono protestati o cattivi debitori.

Cessione del quinto per cattivi pagatori e protestati

La cessione del quinto appartiene alle forme di prestito personale non finalizzato che permettono di vedersi erogato un importo di denaro liquido in tempi brevissimi senza dover giustificare la finalità del capitale erogato che può essere concesso fino ad un massimo di 60.000 euro con saggio di interesse fisso. Comodamente e con assoluta rapidità le rate di rimborso sono trattenute mensilmente sullo stipendio senza che il soggetto contraente debba pagare ogni mese le rate con i bollettini postali. Mediante la detrazione automatica mensile sullo stipendio questa tipologia di prestito è adatta anche per coloro che sono segnalati come protestati o cattivi pagatori dato che il soggetto non necessita di un garante, la garanzia è rappresentata proprio dalla trattenuta mensile praticata dal datore di lavoro sullo stipendio del dipendente per onorare il debito all’istituto bancario o società finanziaria erogante.

Proprio per coloro che in passato hanno avuto problemi nel fare fronte ai pagamenti delle rate di finanziamento e troverebbero non poche difficoltà nell’accedere ad un contratto di credito al consumo possono avvalersi con facilità e velocità si questa forma di prestito disciplinata dal D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180 e dal relativo regolamento attuativo, il D.P.R. 28 luglio 1950, n. 895. Inoltre la cessione del quinto è accettata anche a coloro che hanno subito un pignoramento, in tale caso è possibile eseguire un consolidamento dei debiti ed accorpare tutte le rate in un’unica con scadenza unica e mensile.

Requisiti e documenti per accedere alla cessione del quinto per cattivi pagatori e protestati

Il contratto di cessione del quinto può essere stipulato da chi è assunto con regolare contratto di lavoro subordinato (a tempo indeterminato o determinato) o sia titolare di una pensione per chi è stato un cattivo pagatore o risulti essere un soggetto protestato.

Per quanto concerne la documentazione necessaria per poter presentare la richiesta, per accedere a questa forma di prestito non è necessario presentare un soggetto garante o ulteriori garanzie ma solo i documenti seguenti:

  • dichiarazione della busta paga e dello status di lavoratore e di prestatore di servizio,
  • cedolino della pensione,
  • ultima busta paga,
  • documento di identità valido,
  • bolletta di un’utenza domestica.

Polizza assicurativa a garanzia della cessione del quinto

Per accrescere la tutela del corretto adempimento dell’obbligazione assunta e per tutelare anche il dipendente dagli eventuali rischi che possono minare la sua capacità di produrre reddito ed evitare che il debito residuo gravi sul nucleo familiare (specie se monoreddito), è necessario abbinare al contratto di cessione del quinto la copertura assicurativa. Per il soggetto concedente (banca o finanziaria), la polizza assicurativa (obbligatoria) oltre a costituire una fonte di business ha come duplice finalità quella di garantire l’istituto erogante nell’inadempienza del capitale erogato nel caso di:

  • premorienza prematura del soggetto contraente,
  • perdita del posto di lavoro del contraente.

Nel caso in cui un soggetto sia dipendente di un’azienda privata a maggiore rischio di chiusura e di fallimento specie in questi anni di crisi economica, la Compagnia assicurativa si riserva molto spesso di richiedere ulteriori garanzie nel caso in cui l’azienda abbia un numero minimo di organico costituito da 15 unità, l’azienda in cui il richiedente è dipendente sia costituita in società di capitali e l’azienda deve possedere un capitale sociale di quota prestabilita.

TFR a garanzia della cessione del quinto

Per il corretto adempimento contrattuale dell’obbligazione assunta, il TFR costituisce un’ulteriore garanzia sul quale l’istituto concedente può rivalersi e soddisfarsi: nella cessione del quinto, un’ulteriore forma di garanzia per la banca è rappresentata dal TFR accumulato nel corso della vita lavorativa del soggetto finanziato. Perciò, maggiore è l’anzianità lavorativa, più alto sarà il TFR e maggiore la garanzia per la banca. L’ulteriore garanzia ovviamente è implicita nella modalità di detrazione automatica della rata mensile di rimborso direttamente dallo stipendio o dalla pensione permettendo di ridurre il rischio di insolvenza. La rata mensile detratta dallo stipendio o dalla pensione è costante per tutta la durata del finanziamento e non può eccedere la frazione di 1/5 dello stipendio netto, ovvero il 20% della retribuzione mensile del richiedente. Il datore di lavoro non ha voce in capitolo sulla concessione del prestito ed il contraente viene contattato dalla banca perché il finanziamento può essere erogato solo previa conferma del contratto (definita tecnicamente “benestare”).