Il TFR è il Trattamento di Fine Rapporto, o liquidazione, che spetta ad ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato, determinato o in apprendistato, appena termina il rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni, pensionamento; è soggetto ad una tassazione separata (articolo 17 del TUIR). Se l’azienda è insolvente perché in fallimento, il TFR viene corrisposto dall’Inps tramite il Fondo di garanzia entro cinque anni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Detto ciò, come si può calcolare il TFR netto spettante al dipendente?
TFR anticipato
Il TFR spetta ai lavoratori in anticipo qualora possano produrre della documentazione che indichi la destinazione della somma accumulata; pertanto si devono conservare le certificazioni, fatture, rogiti notarili comprovanti l’avvenuto esborso di denaro. Dopo otto anni di lavoro prestato presso la stessa azienda, si può richiedere il 70% della somma accumulata del TFR calcolato come se si stesse cessando il rapporto di lavoro. Invece, con la Legge di Stabilità 2015, si è stabilito che è possibile richiedere il TFR dopo aver prestato almeno sei mesi di servizio ed ottenere fino ad un massimo del 70% del totale con il QU.I.R. (Quota maturanda del trattamento di fine rapporto come integrazione della retribuzione), che si potrà investire anche in Fondi pensione per la previdenza complementare.
Calcolo del TFR lordo
E’ necessario anzitutto conoscere la somma delle quote accantonate in un anno lavorativo, ossia la retribuzione annua lorda divisa per 13,5, cui si deve sottrarre il contributo fondo adeguamento pensione, pari allo 0,5% della retribuzione soggetta a contribuzione Inps; a tale risultato inoltre si aggiunge la rivalutazione del TFR data dalla scelta di tenere il TFR accantonato in azienda o di versarlo in un Fondo di investimento; l’aliquota Irpef media è uguale al rapporto tra l’imposta così determinata e l’ammontare del reddito annuale di riferimento ed è basata sull’aliquota calcolata secondo la media di quelle degli ultimi cinque anni di servizio.
Rivalutazione del TFR
Si può decidere di lasciare il TFR in azienda oppure di metterlo in un Fondo pensione o di previdenza complementare, ossia un Fondo di investimento: nel primo caso ogni anno ci sarà una rivalutazione al costo della vita, calcolata moltiplicandolo per 1,5% cui si aggiunge un indice di variazione Istat definito per ogni anno, nel secondo caso invece la rivalutazione sarà ancora maggiore e ci saranno delle agevolazioni fiscali; anche il TFR anticipato può essere versato in un Fondo di investimento e sarà però soggetto alla normale tassazione.
Calcolo del TFR netto totale
Per determinare l’aliquota Irpef di riferimento, bisogna anzitutto considerare la regolare tassazione: per quanto concerne le aliquota relative all’anno 2016 gli scaglioni vanno dal 23% per redditi fino a 15000 euro al 43% per redditi superiori ai 75000 euro. Per calcolare l’aliquota di tassazione del TFR si deve moltiplicare il TFR lordo per 12 e dividere il risultato per gli anni lavorativi effettivi, ottenendo in tal modo la base imponibile; quest’ultima va divisa per 100 e moltiplicata per l’aliquota relativa allo scaglione corrispondente determinato dal rapporto tra l’imposta ed il reddito lordo annuale; dal TFR lordo si sottrae la cifra risultante e si ottiene così il TFR netto.
Un esempio pratico
Se un dipendente ha un reddito di 25000 lordi annui ed ha prestato servizio nella stessa azienda per 5 anni, il suo TFR netto totale sarà pari a:
- (25000 /13,5) – (25000 * 0,5%) = 1725,85 euro: TFR lordo annuale
- 1725,85 * (2 * 75% + 1,5%) = 51,77 euro: rivalutazione Istat
- 1725,85 + 51,77 = 1777,62 euro: TFR lordo annuale rivalutato
- 1777,62 * 12 / 5 = 4266,28 euro: base imponibile
- 4266,28/25000 * 100 = 17,06%: aliquota Irpef per il TFR
- 4266,28 / 100 * 17,06 = 727,82 euro: imposta per il TFR
- 4266,28 – 727,82 = 3538,46 euro: TFR netto totale